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Data di pubblicazione:28/08/2007
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:S. Vittoria d’Alba, le Fs confermano divorzio con Diageo
Testo dell’articolo:SANTA VITTORIA D’ALBA - Rassicurazioni, ma neppure troppo. Anzi, c’è qualcosa di inquietante nella breve comunicazione che Mario Elia, responsabile piemontese dell’ufficio stampa delle Ferrovie, fornisce riguardo al caso del raccordo fs della «Diageo» a Santa Vittoria d’Alba, su cui pende un’ipotesi di chiusura tra poco più di un anno. «La comunicazione di Rete ferroviaria italiana alla società Diageo si inserisce in un ambito di revisione nazionale della gestione dei raccordi ferroviari, che, al di sotto di determinati volumi di traffico, non sono economicamente sostenibili. In ogni caso, nulla esclude che nel prosieguo dei contatti con l’azienda in questione si possa giungere a ulteriori o diverse valutazioni». Traduciamo: le vostre migliaia di bottiglie in partenza ogni settimana per Inghilterra e Nord Europa non ci bastano, meglio intasare con altri duemila tir l’anno la statale 231 e le altre strade della Regione. A meno che, par di capire, non si rivedano prezzi e contratti. Alle Ferrovie senza dubbio avranno fatto i loro conti, ma per le politiche ambientali, la logistica e la mobilità sostenibile questo approccio non è certo entusiasmante. E rischia di mettere ancora più in crisi un sistema viario già molto congestionato, lungo il nodo urbano che ormai si sviluppa senza soluzione di continuità tra Alba e Bra. Ma non solo, dato che le lettere con cui Rfi comunica la volontà di non rinnovare il contratto di raccordo alla sua naturale scadenza pare siano arrivate a più di un’azienda piemontese che utilizza scali interni. Ad esempio, il Mulino Valente di Felizzano (Alessandria) che riceve ogni anno una decina di treni carichi di grano, l’equivalente di oltre cinquecento camion. Per la «Diageo» i volumi sono ancora maggiori: «Ogni settimana - spiega l’amministratore delegato Enrico Lavagnino - tre treni partono dallo snodo ferroviario che arriva sin dentro lo stabilimento e portano all’estero i vini californiani da noi imbottigliati». Lavagnino, tuttavia, si dice fiducioso: «Per noi il trasporto ferroviario non è un servizio accessorio, ma un tassello fondamentale che oltretutto è presente nella storia dell’azienda Cinzano da oltre un secolo. Con i treni, ogni anno spendiamo dai 3,5 ai 4 milioni di euro, evitando a duemila tir di percorrere oltre un milione di km su strada. Siamo pronti a discutere con le Fs, sono certo che troveremo un accordo ragionevole e soddisfacente per tutti».

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