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Data di pubblicazione:28/08/2007
Fonte:Corriere di Alba e Bra
Titolo dell’articolo:Adesso RFI lascia a piedi le aziende del territorio
Testo dell’articolo:Le ferrovie dello Stato hanno comunicato alla direzione della Diageo di Cinzano che non intendono rinnovare il contratto di raccordo ferroviario che scadrà nell’ottobre 2008. Due righe secche, sottoscritte dalla Direzione Compartimentale di Torino di RFI, nelle quali l’impossibilità a rinnovare il contratto viene attribuita “all’attuale situazione di traffico”. Pare che analoga perentoria comunicazione sia giunta anche alla ditta «Valente», fino a qualche anno fa titolare dell’omonimo molino in via Einaudi ad Alba e oggi attestatasi nell’astigiano. Nulla si sa invece a proposito di Rotoalba che possiede un raccordo diretto con la rete ferroviaria del quale però, da anni, non viene fatto uso. “La decisione di RFI ci pare molto grave - commenta l’amministratore delegato del gruppo Diageo Enrico Lavagnino - dal momento che per ferrovia movimentiamo 1.000 vagoni l’anno: l’equivalente di 2.000 tir che dovremmo utilizzare, immettendoli sulla statale 231, in caso di dismissione del contratto.
Le alternative, volendo interpretare il testo in modo letterale, sono tutte piuttosto inquietanti. La lettera potrebbe essere una premessa per un rinnovo sulla base di nuovi accordi economici, ovviamente più onerosi. Oppure, questo il motivo che giustifica le preoccupazioni maggiori, un nuovo indizio della poca considerazione che ormai da tempo RFI dedica alla tratta. Lunghi periodi di chiusura, problemi di manutenzione, disagi spesso denunciati dagli utenti hanno messo più volte in dubbio che il collegamento sia al centro degli interessi delle Ferrovie. «Questo - conferma l’assessore ai Lavori Pubblici Alessandro Pelisseri - nonostante i ripetuti appelli del territorio per farne un nuovo modello di mobilità sostenibile per merci e persone e le richieste delle aziende albesi e braidesi di costruire un’alternativa credibile al trasporto su gomma”.
Diageo attende ora risposta ad una lettera inviata ad RFI ad inizio agosto nella quale si chiede all’azienda di motivare la sua decisione. “Per ora restiamo in attesa di riscontro - conclude Lavagnino - sperando in un errore o in un semplice cambio di strategia commerciale”.
Il telefono del Compartimento torinese - al quale ci siamo rivolti per un commento - ha suonato a lungo, ma invano.

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