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Data di pubblicazione:30/08/2007
Fonte:L’Espresso
Titolo dell’articolo:Intervista di Mauro Moretti a L’espresso: “il mio treno dei desideri”
Testo dell’articolo:MEDIO LUNGA PERCORRENZA: su 750 treni a medio-lunga percorrenza solo 100 guadagnano, gli altri sono in perdita. Viaggeranno solo treni che produrranno profitto, gli altri finiranno a catalogo dove tutto avrà un prezzo [categoria treno, velocità, comodità, aria condizionata, fermate] e, o sarà il governo centrale o saranno gli enti locali a pagarlo, o cesseranno i “servizi del trasporto universale” e viaggeranno solo treni ES a prezzi di mercato.
REGIONALI: Trenitalia diserterà le gare in tutte le regioni che non riterrà redditizie, cederà il personale, venderà il materiale rotabile e con il ricavato investirà sull’unico business sicuro: l’alta velocità Milano-Roma.


Per lui è la scommessa di una vita: mettere le Fs in grado di dare un servizio efficiente e di guadagnare pure.
Essere lui, insomma, quello che rovescia l’immagine di abbandono, incuria, inaffidabilità che le hanno cucito addosso i troppi tentativi di riforma falliti. Mauro Moretti, Ad delle Ferrovie dello Stato, in un’intervista a “L’Espresso”, racconta la sfida che lo attende, su due fronti, e che partità a settembre.
Uno è quello interno, con il sindacato a cui deve far inghiottire la fine del doppio macchinista alla guida del treno; l’altro fronte è la rivoluzione dell’azienda disegnata nel nuovo piano industriale che deve avere il via libera definitivo del Parlamento. È la partita con i politici. “Fino a che questa azienda non diventa un’impresa, non ha nessuna possibilità di salvarsi. Fin quando i politici continueranno a pensare che le Ferrovie sono uno strumento di Stato sociale, la cancrena avanzerà. Io mi sono messo in testa di fare impresa”, dice Moretti, ma l’impresa non è semplice. Oggi, infatti, su 750 treni che ogni giorno viaggiano attraverso l’Italia (la lunga percorrenza) solo cento guadagnano. Stringendo i bulloni dell’azienda, cioè facendo risparmi, tagli di personale, insomma maggiore efficienza, la soglia dei treni che guadagnano si può spostare già vistosamente: a 450. Restano però sempre 300 treni in perdita. Un esempio per tutti è la Palermo-Milano, la nostra Transiberiana, quella maggiormente in perdita.
Nel senso che una tratta così lunga con lo stesso treno nessuna ferrovia europea si sogna di gestirla se non, appunto, quella che attraversa le steppe della Siberia. Viene fatta in forza del principio del servizio universale, ma i costi non si ripagano.
Soluzione? Finiamola di gestire con il criterio del servizio universale il collegamento tra i due capi della Penisola: “I passeggeri potrebbero partire da Palermo la sera alle dieci, arrivare a Napoli alle sei del mattino, e prendere il primo Eurostar per Milano, continuando il viaggio in modo più veloce e confortevole”, butta lì Moretti: “Così si possono pulire meglio i treni per il Sud e garantire più frequenze”.
La revisione del servizio universale è il collo di bottiglia del piano del nuovo management. “Cosa dobbiamo garantire come servizio base per tutti? È a questa domanda che si deve rispondere. Mi chiedono: perchè l’Eurostar non va fino a Savona? Oppure a Rimini? Perchè va nelle grandi città, rispondo, perchè è lì che si ripaga. Se lo si vuole portare da altre parti, bisogna che qualcuno paghi, visto che non posso lasciare un treno vuoto per cento chilometri, in attesa che arrivi in una grande città”.
In questo processo di trasparenza di costi e servizi, Moretti ha avuto un’altra idea: il catalogo. In cosa consiste?
“Dicono: voglio un treno, e lo voglio nuovo. E chi paga, rispondo io? Problemi tuoi. Eh no! Allora ho fatto il catalogo. Vuoi un treno con l’aria condizionata, con Internet, con i sedili di cuoio? Costa tanto. Vuoi fare più fermate, mantenere aperta una stazione, vuoi un uomo che dia le informazioni, vuoi le biglietterie? Metto un prezzo a tutto. Sta agli altri decidere. E pagare”. Gli altri sono gli interlocutori politici, sia a livello statale che locale.
In tema di prezzi, Moretti spiega che “nel 2006 le mie tariffe erano in media di tre centesimi per passeggero a chilometro.
Deutsche Bahn chiede 7,5 centesimi. E le ferrovie francesi 12,5.
Per non parlare dei 30 centesimi delle inglesi. Poi lo Stato mi dà 6,6 centesimi di euro: totale 10,1 per passeggero a chilometro. Io chiedo di arrivare a15 centesimi di euro. E con quei soldi mi impegno a mettere in piedi anche un piano di acquisto di nuovi mezzi per potenziare il servizio sul trasporto regionale, concentrandomi sulle grandi città: voglio fare un treno ogni tre, quattro minuti”.

E se le Regioni vogliono approfittare della liberalizzazione e mettere a gara i trasporti del loro territorio, questo va “benissimo”, dichiara il numero uno di Ferrovie, ma “io - aggiunge - alcune gare le voglio perdere - per esempio in Lombardia- dove sottolinea Moretti moltissime linee locali sono in perenne perdita. In Sardegna annuncia di voler dismettere il servizio al più presto cedendolo al miglior offerente. A chi vince passo gratuitamente il personale, gli vendo il materiale rotabile, e vado a investire in Eurostar tra Roma e Milano - attacca -. La verità - aggiunge però - è che a questi prezzi non viene nessuno”.


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