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Data di pubblicazione:07/09/2007
Fonte:La Stampa edizione di Novara
Titolo dell’articolo:Romagnano Sesia: l’ira degli ultimi sulla cenerentola delle ferrovie
Testo dell’articolo:ROMAGNANO SESIA - Alzi la mano chi, da piccolo, non vedeva l’ora di salire sul treno. Chissà quanti, pieni di aspettative, per scrutare la natura a bordo di un mezzo che viaggia su due rotaie. Bene, ora tocca agli adulti: su le mani chi coltiva ancora la stessa passione, tra un ritardo e l’altro, orari scomodi, riscaldamento acceso d’estate e aria condizionata d’inverno, passaggi a livello in ritardo, pulizia non proprio a regola d’arte e via di questo passo. Giocare è divertente, ma non lo si può fare sulle spalle di chi tutti i giorni sale quei tre gradini delle littorine e si siede speranzoso che vada tutto per il verso giusto.
Siamo sulla Novara-Varallo, una delle tratte ferroviarie che ha fatto più parlare di sè in questi ultimi anni: una sessantina di chilometri di binari che uniscono pianura a montagna, capoluogo a città turistiche di rilievo, nebbia a neve, risaie a vigneti, San Gaudenzio al Sacro Monte. Per anni considerata un ramo secco, poi ripescata dopo le proteste delgi utenti, ma relgate nell’ultimo girone dell’infenro ferrovie.

Corse sostitutive
Per parlare di lei, forse «la Cenerentola delle ferrovie italiane», sono intervenuti amministratori, tecnici del settore, cittadini: a rotazione le cronache riportavano notizie di chiusura, poi di riammodernamento e ancora di trasformazione della tratta in una metropolitana leggera. Nel frattempo sono arrivati i pullman sostitutivi, per ridimensionare il numero delle corse; hanno chiuso le stazioni, oggi in stato fatiscente; è diminuito il personale, perchè naturalmente non serve sostituire chi va in pensione; il servizio è tutt’altro che migliorato.

Nonostante ciò tutte le volte che incontri un politico e gli poni la classica domanda sul perchè l’italiano medio debba soffrire ogni qualvolta si riprometta di utilizzare un mezzo pubblico, la risposta è sempre la stessa: un insieme di parole tra il «ha ragione», «beh, ma qualche passo avanti si è fatto», «il nostro schieramento ha proposto il disegno di legge tal dei tali»... Oppure «stiamo lavorando, dateci tempo». «Nulla in contrario - dicono i pendolari - ma allora lo stesso tempo venga dato ai cittadini: paghino il biglietto solo se realmente soddisfatti del servizio». Una provocazione, non c’è dubbio, ma così facendo la svolta epocale sarebbe dietro l’angolo. Sarebbe una rivoluzione.

Il Comitato
A battersi a favore dei pendolari è persino nato un comitato «Per la salvaguardia della Novara-Varallo e dei diritti dei suoi passeggeri»: il gruppo si ritrova in sala consiliare, a Ghemme, ogni primo giovedì del mese; a sostenerlo con particolare attenzione è l’ex sindaco dello stesso paese, Alfredo Corazza, più volte intervenuto con lettere, comunicati, richiami alla Regione Piemonte. Risultati? Pochi. Qualcosa s’è fatto ma non è ancora sufficiente.
Qualche esempio. Capitolo stazioni: qualcuna è stata recuperata collocando all’interno di essa la sede di qualche associazione; ma di renderla un luogo accogliente per chi arriva nei vari paesi, come si vede nei film di don Camillo e Peppone, non se ne parla neppure. Senza pensare a quella di San Bernardino, dove nella sala d’aspetto è nato (e cresciuto) un albero; mancano parcheggi sufficienti ad ospitare le auto di chi vuole usufruire del servizio su rotaia. Orari. Altro punto dolente. Vanno ripensati (e su questo continua ad intervenire il comitato ghemmese) a misura di studenti e lavoratori; possibilmente tenendo conto anche delle coincidenze.

Pulizia e decoro
All’alba del 2007 è ancora un’utopia. Macchinari vecchi. È ora di rinnovare il parco mezzi. Lunedì ricominciano le scuole, ripartono gli abbonamenti mensili e settimanali degli studenti, si ripopolano i vagoni. Gli utenti lanciano un appello: chi di dovere si metta una mano sulla coscienza e si domandi se non è il caso di rivedere qualcosa.

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