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Data di pubblicazione:15/09/2007
Fonte:La Stampa edizione di Verbania
Titolo dell’articolo:Incuria e vandalismi sulle linee che collegano l’Ossola
Testo dell’articolo:PREMOSELLO - Salviamo il salvabile. A Pallanzeno ci sono fiori, finestre con le tendine, un tavolo di plastica. Un tentativo di tenere in vita la stazione. Anche a Piedimulera l’erba è stata tagliata ma sono evidenti i segni di una carenza cronica di manutenzione.
Dominano le erbacce, la ruggine, l’abbandono. È l’immagine negativa che offrono in Ossola molte stazioni ferroviarie disseminate sulla linea Novara-Domodossola e sulla Domodossola-Milano. Immobili ancora in buono stato, ma chiusi. La decisione delle Ferrovie italiane di dismetterle si è tradotta in un abbandono totale. Edifici lasciati all’incuria del tempo, immobili in preda ai vandali. Una parola sola: il degrado.
Eppure diverse amministrazioni comunali hanno chiesto di poterle avere in comodato d’uso per aprire uffici, ospitare enti ed associazioni. Un modo per recuperare questi immobili che spesso sono il biglietto da visita per il visitatore che arriva in paese. Il viaggio nelle stazioni abbandonate dell’Ossola inizia a Cuzzago, frazione di Premosello: qui una quindicina di anni fa un ferroviere volonteroso aveva addirittura realizzato una mini torre di Pisa che accoglieva i viaggiatori che scendevano dai treni. Oggi chi arriva a Cuzzago s’imbatte in un paio di scarpe da tennis abbandonate in mezzo ai binari; porte chiuse con i lucchetti, erbacce che ormai avvolgono la stazione dove i vetri sono stati rotti da tempo. Brutta sorte anche per le stazioni di Vogogna: sia quella sulla linea del Novara con gli infissi corrosi dalla ruggine, sia quella sulla linea del Milano. Dove la luce è perennemente accesa, i muri imbrattati, il sottopassaggio con le pareti scrostate; l’orologio sul primo binario un rudere con le lancette immobili. Funzionano solo gli schemi luminosi che indicano gli orari dei treni.
Stesso scenario a Pieve Vergonte dove almeno sono esposti dei cartelli che spiegano che la stazione, ancora in buone condizioni, è chiusa. A Piedimulera l’erba è stata tagliata da poco ma la porta del locale caldaie è aperta, accessibile a tutti. L’eccezione è Pallanzeno dove qualcuno ha deciso di «salvare» il salvabile: ci sono fiori, finestre con le tendine, un tavolo di plastica. Beura è un altro esempio di abbandono totale pur se vi ha trovato spazio, per la sua sede, l’associazione Vivigiovane. Più di un sindaco ossolano ha cercato di recuperare a nuova vita le stazioni. L’ultimo appello al Ministro dei Trasporti e alle Ferrovie è arrivato dal primo cittadino di Premosello, Giuseppe Monti che ha segnalato la situazione di degrado a Cuzzago. «Ho ricordato che le due stazioni vengono utilizzate da pendolari che si recano al lavoro e da studenti che studiano nei vari istituti della Provincia o all’Università di Milano: non è ammissibile lasciarle in quelle condizioni» spiega Monti. Dice il sindaco: «Il nostro Comune si trova all’interno di un Parco Nazionale e ricade nel territorio di una Provincia a vocazione turistica, pertanto meta di numerosi turisti nell’arco dell’anno che giungono nel territorio anche utilizzando i treni. Che benvenuto diamo a chi scende dal treno?».
Un patrimonio che va in rovina e che gli amministratori vorrebbero salvare. Premosello Chiovenda, ma non solo quel comune, ha chiesto in comodato d’uso le stazioni. E qualcosa sembra muoversi. «Abbiamo già fatto un incontro con le Ferrovie, stiamo trattando per poterle avere un comodato d’uso» Rete Ferroviaria Italiana è favorevole a queste soluzioni. «Facciamo di tutto per agevolare i comodati d’uso: si tratta solo di vedere a quali condizioni tendenzialmente questi vanno a buon fine» spiega Mario Elia, responsabile delle relazioni esterne di Rfi. Che aggiunge: «Con l’automazione abbiamo smesso di avere del personale in diverse stazioni che, abbandonate, finiscono col morire. La nostra intenzione è di rivitalizzarle con comodati d’uso a enti, istituzioni, associazioni culturali, Comuni. Alle amministrazioni pubbliche li diamo gratuitamente perché si impegnino a svolgere delle attività di tipo istituzione o sociali rivitalizzanti, assicurando così il controllo della stazione».
Servizi igienici solo di nome. Di fatto avventurasi in questi luoghi (nella foto a Beura) spesso è un’impresa ad alto rischio. I bagni sono i luoghi preferiti dalle incursioni dei vandali e garantire il decoro e la riparazione dei danneggiamenti è una missione impossibile.

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