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Data di pubblicazione:28/10/2007
Fonte:Il Giornale
Titolo dell’articolo:Ferrovie, ecco gli aumenti nascosti
Testo dell’articolo:Tempi duri per i pendolari. Dal primo novembre entra in vigore un nuovo regolamento annunciato da Trenitalia sul suo sito ufficiale. In verità sul portale delle Ferrovie dello Stato non si parla di «aumenti», bensì di cambiamenti delle tariffe per i biglietti e gli abbonamenti ferroviari. Si sostiene, infatti, che dal giovedì prossimo «su tutti i treni del trasporto regionale saranno applicate le tariffe stabilite per legge da ciascuna regione, anche quando il viaggio inizia in una regione e termina in un’altra». «Il prezzo del biglietto - aggiunge il comunicato - per questi percorsi è stato calcolato in proporzione alle tratte di competenza». In buona sostanza il rincaro anche se non è dichiarato è sottointeso. Soprattutto se si va a leggere un altro paragrafo dello scarno comunicato apparso sul sito di Trenitalia. «Dal primo novembre - si legge infatti - non sarà più consentito utilizzare i biglietti e gli abbonamenti a tariffa nazionale per viaggiare da una regione a un’altra sui treni regionali, ma occorrerà essere in possesso dello specifico abbonamento».

I rincari quindi ci sono, eccome. Basta scegliersi una qualsiasi destinazione e verificare la differenza dei prezzi. Ecco qualche esempio di abbonamenti mensili. Recarsi da Roma ad Aversa costava mensilmente 89 euro mentre da novembre costerà 97,90. Se ci si sposta fino a Caserta il costo passa da 95 euro al mese a 104,50. L’abbonamento mensile da Roma Ostiense a Orbetello (sempre in seconda classe) passerà da 75 euro a 80,50. In media - quindi - si tratta di aumenti che vanno dal 5 al 10%. «Lo scandalo - commenta Fabio Desideri, capogruppo della Democrazia cristiana in consiglio regionale - è che i pendolari si troveranno a pagare un aumento dovuto esclusivamente alla modifica del sistema tariffario (da nazionale a regionale, ndr), anche il 10% in più per lo stesso tragitto e per un servizio che rimarrà tale e quale, se non peggio perché dietro l’angolo potrebbero esserci pure tagli alle corse».

Contro gli aumenti «silenziosi» tuonano anche le associazioni dei consumatori. Adusbef, Adoc, Codacons e Federconsumatori hanno già annunciato che questa volta non resteranno a guardare, mettendo in atto clamorose azioni di protesta. Le associazioni definiscono questi aumenti «vergognosi» perché «vanno a pesare su una categoria, quella dei pendolari, alle prese quotidianamente con un servizio pessimo, caratterizzato da treni perennemente in ritardo sporchi, sovraffollati, spesso soggetti a soppressioni improvvise». Con lo sciopero del 13 settembre scorso, ricordano ancora le quattro associazioni, «avevamo richiesto un intervento del Governo per fermare i rincari già annunciati. Ma ad oggi non si è ricevuta risposta, solo un assordante silenzio, che ha permesso alle Ferrovie di applicare aumenti assolutamente ingiusti».

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