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Data di pubblicazione:02/11/2007
Fonte:GiornAL.it
Titolo dell’articolo:Treni piemontesi, biglietto alto, qualità bassa
Testo dell’articolo:Il Piemonte ha il non invidiabile primato delle tariffe ferroviarie più alte del nord-Italia, senza che la qualità del servizio sia migliore rispetto a quella delle altre Regioni. Mariangela Cotto, consigliera regionale di Forza Italia, è andata a spulciare tra i costi degli abbonamenti per il trasporto ferroviario locale che sono ormai decisi autonomamente da ogni Regione.

“È del giugno scorso la stangata – dice Cotto – che ha imposto ai pendolari un aumento del prezzo dell’abbonamento fino al 16 %, concesso generosamente dalla Giunta Bresso a Fs e al trasporto locale, senza pretendere alcunché in termini di puntualità dei treni, di adeguamento dei convogli al volume di passeggeri, di pulizia e di comfort delle carrozze.

In questi mesi si moltiplicano le lamentele di disservizi e ormai chi viaggia è pressoché rassegnato. Così sono andata a verificare quali sono i costi che ricadono sui piemontesi, e ho scoperto che noi paghiamo il treno in misura significativamente maggiore rispetto a quello che spendono i cittadini lombardi o liguri, o veneti o emiliani. Insomma, in tutti i casi, siamo i primi, ma forse in questo caso sarebbe meglio farne a meno”.

Alcuni esempi rendono bene l’idea del rapporto tra le tariffe ferroviarie regionali. In Piemonte un pendolare compreso nella fascia dei 46-50 km. di percorrenza, che voglia comprarsi un abbonamento mensile, spende 67 euro, contro i 59 della Lombardia, i 55,50 della Liguria, i 53,30 del Veneto, i 51 dell’ Emilia Romagna.

“In tutte la fasce chilometriche – aggiunge Cotto – si ripete questo divario, compreso tra il 12 e il 23 % in più rispetto alle corrispondenti tariffe delle altre Regioni. Ho considerato le quattro più importanti del nord, due governate dal centrodestra e due dal centrosinistra, ma il confronto è davvero impietoso. Si pensi che un pendolare piemontese che deve fare 50 km. di viaggio spende mensilmente come un pendolare emiliano che di km. ne deve fare 90!”.

Situazioni non molto diverse si riscontrano nel confronto con gli abbonamenti annuali, per i quali si passa dai 625 euro del Piemonte, nella fascia fino ai 50 km., ai 567 euro della Lombardia, ai 545 della Liguria, ai 498,50 del Veneto, ai 459 dell’Emilia Romagna. In Piemonte è stata poi introdotta, su una iniziativa della precedente Giunta, la tariffa Formula, che abbina treni a linee urbane, ma i prezzi restano comunque più elevati, ne è sufficiente a compensarli il “bonus” riconosciuto per i ritardi.

“Moltiplicate per le migliaia di pendolari – commenta Cotto – fanno cifre di milioni di euro. Forse i piemontesi non si rendono conto che già ora stanno pagando prezzi da ferrovie svizzere o francesi senza avere neanche lontanamente quei livelli qualitativi. Mi chiedo cosa aspetti la Giunta ad attivare finalmente una gara per affidare i servizi ferroviari regionali, introducendo un po’di competizione e stimolando le Fs ad essere più sollecite. Quando un pendolare emiliano è in ritardo o non trova posto, può almeno consolarsi di aver pagato il 23 % in meno dei piemontesi che si trovano nella stessa situazione”.

Ma gli stessi problemi si ripercuotono sui biglietti di corsa semplice, utilizzati da chi fa un uso sporadico del treno.

“Qui i divari sembrano meno appariscenti in cifra assoluta – conclude Cotto – ma in percentuale sono differenti tra l’Emilia e il Piemonte la corsa semplice fino ai 50 km. sale dell’11 %. Ma almeno possiamo consolarci, si fa per dire, con i costi lievemente superiori della Lombardia”.



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