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Data di pubblicazione:10/11/2007
Fonte:La Stampa edizione di Asti
Titolo dell’articolo:Benvenuti al “Ferrotel” dove vince l’abbandono: “l’ex dormitorio dei macchinisti è lasciato marcire”
Testo dell’articolo:ASTI - Il «Ferrotel» era l’edificio in cui pernottavano un tempo i macchinisti delle ferrovie in transito per Asti. Per trovarlo bisogna scendere lungo via Capuana. E’ una stradina comunale tra il cavalcaferrovia di corso Savona e l’omonima pizzeria. Pochi metri, poi si imbocca una strettoia (proprietà Ferrovie dello Stato) che porta all’immobile. Abbandonato da anni. Uno dei tanti «monumenti» allo spreco e all’incuria. Qui tutto «racconta» di treni: binari che si perdono nei piazzali dei depositi, motrici in sosta, capannoni. La stazione è a due passi. Accanto al «Ferrotel» c’è un condominio: dodici famiglie, tutte di ferrovieri. Undici hanno comprato appartamento, una affitta. E quel caseggiato abbandonato, li vicino, è diventato un problema. Non il solo. L’illuminazione arriva sino ad un certo punto, poi è il buio. Un po’ ovunque erbacce e cancellate a pezzi, sporcizia. Un ferroviere, sindacalista Cisl, che abita nel condominio si è fatto portavoce del disagio di tutti gli inquilini. Si chiama Claudio Gallucci. Sono già partite lettere alle Ferrovie, all’Asl, all’Arpa, al Comune. «Guardatevi attorno. Qui si vive dimenticati da tutti. Bisogna provare a tornare di notte senza luce per strada. Hanno messo un faro, ma non illumina la casa». Dopo lunghe insistenze è riuscito a far murare le finestre al piano terra del «Ferrotel» perchè non ci entrassero gli sbandati a dormire. Dai vetri rotti delle finestre ai piani superiori entrano colombi: le stanze sono diventate grandi voliere. «Ci domandiamo - si accalora - come le Ferrovie possano lasciare andare in rovina una loro proprietà. Perchè non venderla con la fame di case che c’è? Non mancano spazi attorno che possono essere utilizzati per verde e parcheggio. E invece si lascia marcire tutto». Indica il giardino di fronte all’ex «dormitorio» dei ferrovieri. Una giungla: erbacce, rovi, piantine incolte, immondizia. «Ogni tanto ci troviamo topi e bisce» racconta. Le sterpaglie si sono allargate a tal punto da aggredire anche il muretto che delimita il cortile del condominio. La tentazione è di portarci, in questo angolino di periferia violentata, il «Gabibbo» e affidare al rosso pupazzone di «Striscia» la rabbia di sentirsi impotenti. «Non chiediamo la luna - conclude Gallucci - ma di rendere vivibile la zona. Perchè le Ferrovie non ci ascoltano?».

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