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Data di pubblicazione:17/11/2007
Fonte:La Stampa edizione di Alessandria
Titolo dell’articolo:Fs accantonano Novi-S. Bovo. C’è Alessandria
Testo dell’articolo:ALESSANDRIA - Lo scalo di Novi S.Bovo, per Trenitalia Cargo, non è fra le aree per la logistica su cui investire. L’altra sera, al convegno di Associazione Cultura e Sviluppo e Federmanager, «Logistica:quale futuro?», il direttore di Trenitalia Cargo, Mario Castaldo, ha presentato un elenco di terminali ferroviari che le Ferrovie vogliono potenziare. Compare l’hub alessandrino di 300 mila metri quadrati, ma non Novi S. Bovo. E’ stato citato l’esempio di Brescia dove si è già raggiunta la progettazione esecutiva. Sul dietrofront della giunta Fabbio rispetto alla creazione di un distripark da un milione di metri quadri, o al suo ridimensionamento a ridosso dello scalo alessandrino, è intervenuto il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Giovanni Novi: «Anche un parco logistico di minori dimensioni crea comunque lavoro, attira merci, produce ricchezza. Proprio qui in provincia ne avete uno: è a Rivalta Scrivia dove la merce arriva nei container ed è trasformata. Settori dove investire sono la componentistica e quello della fotografia». Giovanni Novi ha anche invitato le istituzioni locali a dialogare di più con l’autorità portuale di Genova aggiungendo: «Dovremmo frequentarci di più visto il legame con Alessandria ed il progetto di Castellazzo». Una specie di imprimatur da Genova per la piattaforma logistica di Castellazzo sulla quale è stata presentata la richiesta di inserire nella variante al piano regolatore generale la localizzazione di un’area di un milione 100 mila metri quadri. La zona compresa tra strada Trinità da Lungi e l’A26, oggi agricola, per Lte dovrebbe trasformarsi nel retroporto di Genova. Alessandria e Castellazzo adesso sono quindi per il presidente Novi le aree su cui puntare per la creazione del retroporto di Genova. Ma per sviluppare un sistema logistico competitivo concorrente dei porti del Nord Europa come Rotterdam che riescono ad accaparrarsi le merci del Far East, nonostante il Mediterraneo sia riconosciuto come porta naturale del lontano Oriente, il presidente dell’Autorità portuale di Genova ha sottolineato la carenze delle infrastrutture ferroviarie fra la Liguria ed il Basso Piemonte: «Siamo fermi a fine Ottocento quando furono realizzate nell’ordine la linea Busalla-Torino, la succursale dei Giovi e la Genova-Ovada. Sciagurata poi la scelta di circa cinquant’anni fa di un trasporto ferroviario misto, merci e passeggeri quando nel resto d’Europa le merci viaggiano separate dai passeggeri: basta una linea solo e così le merci non si fermano».

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