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Data di pubblicazione:07/12/2007
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Fs, i nuovi orari tagliano altri treni
Testo dell’articolo:TORINO - Conto alla rovescia per i nuovi orari del servizio ferroviario regionale, che scatteranno da lunedì prossimo con una vittima illustre. Si tratta dell’Intercity 507 Torino-Reggio Calabria con partenza alle 7,05 del mattino, sacrificato sull’altare della riorganizzazione ferroviaria. Sorte condivisa dall’Intercity 530 Reggio Calabria-Torino, con arrivo a Porta Nuova alle 22,40.

Decisione che apre un vistoso buco sui treni a lunga percorrenza da e verso il Meridione. La seconda notizia è che i nuovi orari sono già riusciti a scontentare tutti: i pendolari e i sindacati.
Il discorso riguarda non tanto e non solo le variazioni delle tabelle, quanto il coinvolgimento dei diretti interessati e le modalità di comunicazione del piano.

Per certi versi ne è consapevole anche la Regione, che durante il confronto con le Province e i comitati dei pendolari ha sperimentato la fragilità del meccanismo. «Nel complesso è piuttosto disordinato - spiega l’assessore Borioli (Trasporti) -. I comitati in Piemonte sono così numerosi, e sparpagliati, che possiamo ascoltarli una tantum. Questo crea un cortocircuito tra domanda e offerta, specie se si tratta di inserire entrambe in un quadro organico». La soluzione, alla quale Borioli lavora in vista del nuovo anno, presuppone il censimento e poi il coinvolgimento delle associazioni riconosciute in una Consulta regionale dove ciascuna indica un certo numero di rappresentanti. La Consulta si riunirà periodicamente, non solo a Torino, per discutere tutti gli altri aspetti del servizio. Le altre due strategie sono il potenziamento degli ispettori regionali e un protocollo con le associazioni dei consumatori.

Ma questo è il futuro. Il presente sono le perplessità sui nuovi orari. I sindacati denunciano i soliti ritardi nelle comunicazioni aziendali, che si ripetono ormai da tre anni: i nuovi orari, da contratto, avrebbero dovuto essere comunicati il 20 novembre. Invece sono arrivati soltanto ieri mattina. Altro capitolo: la mancata razionalizzazione dei treni. Su molte linee elettriche (come Alessandria-Chivasso o Alessandria-Novara) circolano motrici diesel, con grande spreco di carburante e costi elevati. delle conseguenze resta la vulnerabilità delle linee diesel, spesso a corto di locomotori utilizzati impropriamente sulle linee elettriche. «Questioni aperte, sul tavolo da mesi», spiegano in coro le sigle del sindacato.

Anche sul fronte dei pendolari non mancano i rilievi. Non c’è stata la temuta contrazione del servizio, ma restano nodi irrisolti. Prendete la linea Asti-Torino. Spiega spiega Claudio Lano, comitato pendolari: «Al mattino, verso Torino, i treni non fermano nelle piccole stazioni. Alla sera regionali e diretti partono alla stessa ora: il risultato è che ci sono due treni in cinque minuti e poi c’è da aspettarne 50 per un altro convoglio». Il nodo più problematico è la chiusura per i prossimi due anni del passante tra Porta Susa e Lingotto. «I viaggiatori della Canavesana sono disperati – racconta Cesare Carbonari, portavoce dei pendolari Torino-Milano -. E anche noi non ce la passiamo meglio. Siamo sull’orlo di una protesta dura».

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