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Data di pubblicazione:18/12/2007
Fonte:La Stampa edizione di Savona
Titolo dell’articolo:Cinque ore per arrivare a Torino: il treno delle 9,42 si è rotto dopo 10 minuti ed è tornato in stazione
Testo dell’articolo:SAVONA - Il treno, di per sé, sarebbe una comodità, niente traffico e difficoltà di trovare parcheggio, con conseguente stress, e la possibilità, durante il viaggio, di fare ciò che meglio ci aggrada, sia esso lavoro o qualche buona lettura. Tutto ciò sta però a zero, quando succedono episodi come quello che è capitato ieri mattina ai passeggeri del Regionale per Chivasso, partito da Savona alle 9,42. Dopo solo dieci minuti di viaggio il treno si è infatti fermato sulla salita del Santuario a causa di un guasto al locomotore: «Abbiamo sentito dei forti rumori, come scoppi, finché ci siamo fermati e tornati in retromarcia in stazione. Il capotreno mi ha detto che si è trattato di un principio d’incendio» racconta Giancarlo Pollara, partito da Albenga alle 8,11 con destinazione Casale Monferrato, via Torino: «Avrei dovuto andare a farmi delle infiltrazioni a una spalla, purtroppo il ritardo mi ha fatto saltare l’appuntamento ed ora mi toccherà tornare dopo le festività, spero che ciò non pregiudichi i risultati della cura». L’albenganese, più che per il guasto, è infastidito dal comportamento dell’addetta alle informazioni: «Un treno si può rompere, capisco. Ma possibile che chi deve dare informazioni non sia in grado e risponda sempre con un “devo chiedere al responsabile”? ma allora che ci sta a fare?». Alla fine gli è stato messo un timbro sul biglietto che ne permeterà il riutilizzo: «Ma quanta fatica per averlo sto timbro!». Una sessantina di viaggiatori è invece ripartita, alle 11,15, con il bus («Le soluzione migliore che potessimo adottare» dicono le Ferrovie) che li ha portati alla stazione di Ceva, dove «il treno che andava a Torino non ha potuto nemmeno aspettarci cinque minuti» denuncia Francesca Peluffo, giovane veterinaria savonese diretta a Torino per assistere all’intervento chirurgico su un cane. Non ce l’ha fatta: l’animale è stato operato alle 12,30 mentre lei era appena ripartita da Ceva. «Sapete perché il treno non ha aspettato? perché tanto dopo ce n’era un altro che andava nella stessa direzione. Così ci hanno risposto. Solo che il secondo treno era diretto a Fossano». Da Fossano sono ripartiti alle 13,25 riuscendo, almeno questa volta, a prendere la coincidenza. La piccola odissea si è conclusa a Porta Nuova alle 14,30: «Il treno per Chivasso - ricorda la dottoressa - l’avevo preso solo un’altra volta e in quell’occasione rimanemmo mezz’ora in mezzo alla campagna di Trofarello. So, però, che i ritardi sono la consuetudine. Io, questa sera, rimarrò a Torino, ma tanti altri ripartiranno per Savona dopo il lavoro». E domani torneranno a prendere il treno, con la speranza di arrivare in tempo, o quanto meno, non troppo in ritardo.

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