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Data di pubblicazione:20/12/2007
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Chieri: bocciato dai pendolari il nuovo orario dei treni
Testo dell’articolo:CHIERI - Qualità della vita che peggiora, ritardi, corse per prendere coincidenze impossibili: la vita dei pendolari chieresi è un brutto film. I viaggiatori bocciano il nuovo orario, entrato in vigore dal 10 dicembre e martedì sera hanno incontrato anche la mobility manager della Provincia Paola Villani per dire le loro ragioni. «È quanto abbiamo potuto fare con i mezzi a disposizione e i lavori del Passante ferroviario in corso a Torino. Il sistema è interdipendente e dobbiamo tenere conto di tutte le tratte», ribatte Giovanni Nigro, presidente dell’Agenzia per la Mobilità Metropolitana e ammette: «Litighiamo con Trenitalia per ottenere un servizio adeguato». Ma ai pendolari non basta. Ciascuno ha suo piccolo dramma quotidiano da raccontare. «L’altro giorno sono uscita dall’ufficio dove lavoro nel centro di Torino alle 17,20 e sono arrivata a Chieri alle 19,35. Più di due ore di viaggio per coprire 22 chilometri è inammissibile. La sensazione è di subire una forma di autoritarismo che non appartiene a una società civile», spiega Marina Gentile che ha inviato agli assessori provinciali e regionali una lettera firmata da una cinquantina di viaggiatori. «Soprattutto è scoperta la fascia oraria della sera: dalle 17 alle 19 non sappiamo come rientrare. Il nuovo orario non funziona», aggiunge Maria Antonietta Testa. E a parte una corsa, non ci sono più treni diretti da Porta Susa, perchè i convogli partono tutti da Torino Lingotto. Colpa della chiusura del passante ferroviario sotterraneo che i tecnici stanno raddoppiando per creare una «Rer torinese» sul modello parigino; i lavori, infatti, spezzano in due proprio la linea Chieri-Trofarello-Settimo-Rivarolo. Roberto Palma, ex assessore ai trasporti di Chieri: «Prima ci si impiegava 32 minuti per arrivare fino a Porta Susa, oggi non ci sono quasi più treni diretti e bisogna cambiare o a Trofarello o a Lingotto e i tempi si allungano. Oltrettutto sono sempre in ritardo per cui si perdono regolarmente le coincidenze. Ci avevano almeno promesso un bus di collegamento tra Torino Porta Nuova e Torino Porta Susa, ma è rimasto sulla carta». L’ex assessore dei Verdi, ambientalista e convinto sostenitore dei mezzi pubblici, si sente sconfitto dalla linea gestita da GTT per conto di Trenitalia: «Si calcola che nel Chierese esistano 27 mila potenziali viaggiatori: nei momenti migliori prendevano il treno 1600 passeggeri, ma oggi ridotti alla metà perchè il servizio non funziona». La maggior parte finisce per mettersi in auto lungo le strette strade collinari o la Regionale 10 e va a imbottigliarsi nel traffico di Torino. Nemmeno il bus 30 è una buona alternativa. Claudio Frasson: «Ho provato a prender il pullman delle 8,46 e sono arrivato a Torino alle 10,20. In più non c’è posto per sedersi, la qualità del viaggio ha un tracollo. Il problema della puntualità dei mezzi di trasporto è importante perchè i lavoratori dipendenti, che timbrano il cartellino, dopo tre ritardi possono essere licenziati». Problemi simili tra gli studenti. Pietro Lombardi, ferroviere e consigliere comunale dei Comunisti italiani: «È incredibile un servizio di questo tipo quando Trenitalia prende ogni anno 168 milioni di euro di contributi dalla Regione. E mi risulta che ne abbia chiesti altri 50 per fare fronte ai costi». La mobility manager della Provincia: «Una soluzione sarebbe fare fermare i treni regionali in tutte le stazioni».


Paola Villani, mobility manager: “La mia ricetta? Basta fermare i convogli regionali in ogni stazione”
Paola Villani, mobility manager della Provincia, ha la sua ricetta per migliorare le condizioni dei pendolari chieresi: «Basta far fermare i treni regionali in tutte le stazioni. Questo crea automaticamente l’interscambio e risolve il problema delle coincidenze. Ad esempio, oggi, i pendolari lamentano che a Trofarello non fermano 20 treni regionali e a Moncalieri un centinaio». Come mai gli utenti hanno così poco peso nei confronti dei gestori del servizio pubblico? «Il problema sta nel fatto che il trasporto pubblico, non solo ferroviario, riceve importanti contributi da Province e Regioni, per cui quanto viene incassato con i biglietti in percentuale è meno significativo del finanziamento statale. È questa il motivo fondamentale per cui i pendolari contano poco: i gestori non sono interessati a intercettare l’utenza. Diversamente da quanto accade in Svizzera o in Germania, dove non esite contributo pubblico. Naturalmente anche il costo dei biglietti è maggiore». Non è l’unico nodo? «Nel caso specifico degli orari della linea di Chieri si aggiunge il problema che l’Agenzia della Mobilità Metropolitana ragiona in termini Torinocentrici. Infine bisogna razionalizzare l’impiego delle risorse. Senza parlare dei contributi dati alle linee di bus, spesso sottoutilizzate come la Montechiaro-Chieri-Torino, si devono riconsiderare i costi dell’adeguamento della linea ferroviaria Chieri-Trofarello, quantificati in 12 milioni di euro. Un servizio di navetta-spola sulla linea costerebbe molto meno».

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