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Data di pubblicazione:30/12/2007
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:La nuova Porta Susa già in ritardo di un anno
Testo dell’articolo:TORINO - È come una vecchia attrice che si imbelletta ancora una volta prima di abbandonare le scene. L’ultima seduta al trucco della stazione ferroviaria di Porta Susa, come la conosciamo, è terminata nei giorni scorsi per la modica cifra di 400 mila euro. Spiccioli rispetto ai 50 milioni sborsati dalle Ferrovie per costruire la nuova stazione più a Sud, in corrispondenza di corso Bolzano, connessa a quella del metrò: che però sarà pronta nel 2009. A quanto si apprende dalle Ferrovie, lo stato di avanzamento lavori è al 30-35%: la scadenza, inizialmente prevista a fine 2008, è slittata. «In opere così complesse può esserci qualche contrattempo - commenta l’assessore comunale Mario Viano (Urbanistica) -. Per noi conta che i lavori siano stati appaltati e che sia partito il cantiere».

L’ultimo aggiornamento relativo all’imponente Passante ferroviario, che di ritardo ne ha macinato parecchio, complice la decisione di scavare sotto la Dora, fissa il traguardo al 2010-2011, anche se il pendolo oscilla sulla seconda data più che sulla prima. Se tutto va bene, arriverà all’appuntamento con il Centocinquantenario dell’Unità d’Italia. Da qui l’intervento sulla stazione attuale, costretta a rimandare la pensione, motivato da esigenze di funzionalità e sicurezza. Le novità, spiegano le Ferrovie, sono sostanzialmente due: il nuovo marciapiede dedicato al terzo binario, che permetterà ai viaggiatori provenienti dalle stazioni di Porta Nuova e Lingotto, diretti a Chivasso, di raggiungere più agevolmente i treni in partenza e in arrivo; la riapertura del sottopassaggio pedonale fra corso Inghilterra e piazza XVIII Dicembre.

Il ripristino del collegamento è stato reso possibile in parte utilizzando il sottopassaggio preesistente e in parte con una nuova struttura, che utilizza il cantiere tuttora in corso. Realizzato sulla copertura dei binari del Passante ferroviario, sarà sostituito da quattro passaggi che consentiranno l’accesso diretto alla vecchia stazione, alla linea uno del metrò, al fabbricato della nuova stazione e a corso Bolzano. Un altro intervento riguarda il riordino degli spazi interni dell’attuale edificio, con un apposito accesso per i viaggiatori. Nel frattempo procedono i lavori sulla nuova stazione, che secondo le previsioni assorbirà il passaggio di oltre 500 treni al giorno con una media di oltre 23 mila viaggiatori. In questo caso i lavori procedono su due livelli perché due sono i livelli sui quali si articola il complesso.

Sopra la stazione ferroviaria, caratterizzata dallo scrigno di cristallo e acciaio che identifica il progetto firmato dalla società francese «Arep» con gli architetti Jean-Marie Duthilleul, Etienne Tricaud, Silvio D’Ascia e Agostino Magnaghi. Qui transiteranno 7 mila viaggiatori l’ora diretti verso i treni dell’alta velocità e a quelli del sottostante metrò. Incerto il futuro del grattacielo, parte integrante del progetto, che nelle intenzioni dovrebbe essere occupato parte da uffici e parte da un albergo. Negli ultimi tempi l’ipotesi della «torre» ha perso quota alle Ferrovie, che però sono proprietarie dell’area. Qui si è innestata la trattativa, tuttora in corso, tra la società e il gruppo Sai-Fondiaria, che fa capo a Salvatore Ligresti, per l’acquisto dei diritti edificatori del grattacielo.

La stazione ferroviaria sarà tutt’uno con quella del metrò - «noi abbiamo praticamente terminato», spiega il presidente di Gtt Giancarlo Guiati -, con i tempi e le difficoltà del caso in termini di cantiere. Due stazioni su livelli diversi presuppongono due piani di gallerie: quelle ferroviarie, in coppia, avranno tre fasci di binari ciascuna e si trovano a undici metri di profondità; il tunnel del metrò, servito da due binari, corre ancora più sotto: meno diciannove metri, spiegano da Gtt, che a ora attende la conclusione dei lavori delle Ferrovie. Resta da capire cosa ne sarà della vecchia stazione di Porta Susa una volta dismessa. La nuova destinazione d’uso dell’edificio, tutelato dalla Soprintendenza ai Beni Architettonici, è ancora tutta da inventare.

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