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Data di pubblicazione:06/01/2008
Fonte:L’Eco di Bergamo
Titolo dell’articolo:Ferrovie in Germania: servizio da favola con prezzi da incubo
Testo dell’articolo:COLONIA (GERMANIA) I conti sono presto fatti: i pendolari tedeschi hanno tariffe molto
più salate di quelle nostrane, dal 50-70 per cento in su. Spesso abbondantemente in su. Un salasso che Db Regio (la società per il trasporto regionale della casa madre Db) copre con un servizio di qualità decisamente elevata, ma comunque a caro prezzo.

IL SISTEMA REGIONALE
Il sistema ferroviario tedesco è strutturato secondo un modello fortemente regionalizzato: ogni land pianifica e gestisce autonomamente le gare, aperte a tutti i soggetti privati. Gli stessi land sono parti in causa nella gestione con società ad hoc (anche in partnership con privati), come Nrw nella Renania settentrionale-Vestfalia, Niedersachsen ist am zug nella zona di Hannover, Hanse-Express nell’area di Amburgo, Meclemburgo e Pomerania, solo per citarne alcuni. In pratica Db Regio copre l’84 per cento del mercato locale, il resto è diviso tra 56 gestori privati e dei land: la proprietà dei binari è di una società specifica di Db (Db Netz), ma si procede per gara.

IL CASO SCHLESWIG-HOLSTEIN
Un esempio di come funzionano le cose si ha leggendo un articolo della Faz (Frankfurter Allgemeine Zeitung, autorevolissimo quotidiano tedesco) del settembre scorso, relativo al caso Schleswig-Holstein, land tedesco dell’estremo Nord (zona Lubecca e Kiel) che dal 1998 ha messo sul mercato il 75 per cento delle linee ferroviarie, assegnandole per 10 anni a chi garantisce un determinato numero di corse, nuovi treni con data capacità, puntualità e altri criteri qualitativi e con le tariffe più basse possibili.
Il maggior concorrente di Db Regio si è rivelato Nob (società dei francesi di Veolia Environment, ex Connex), con una quota del 28 per cento. Poi c’è Akn, proprietà dei land Schleswig-Holstein e Amburgo, con il 15 per cento. Il risultato è stato buono per il land che ha risparmiato circa 30 milioni di euro l’anno di contributi ai gestori, anche se il sistema si basa comunque su un equilibrio forzato con Db Regio a cui è stata assegnata (quasi per forza) la tratta più redditizia, quella di Lubecca, pare con qualche procedura che ha sollevato polemiche. Diversamente, si temeva un taglio di diverse centinaia di posti di lavoro da eccessiva privatizzazione e anche un certo qual disimpegno di Db Netz nel mantenimento e manutenzione delle linee minori.

TRENI PULITI E PENDOLARI CIVILI
Gara o non gara, il costo dei biglietti è comunque molto più elevato rispetto a quello nostrano. Ma anche il servizio va di conseguenza. Tutte le città dell’area di Colonia (Bonn, Aquisgrana, Leverkusen) e Düsseldorf (Essen, Bochum, Duisburg, Wuppertal, Dortmund) sono collegati da un servizio cadenzato ogni 20 minuti, alternativamente con servizi suburbani (S-Bahn) o regionali. La qualità dei treni è media, non nuovissimi né all’avanguardia, ma tenuti bene, e soprattutto puliti da paura. Vuoi per i frequenti interventi, vuoi anche per una certa qual civiltà del pendolare tedesco medio, uno che di solito arrivato a destinazione non lascia a bordo giornali vari o cartacce. E ogni riferimento è puramente voluto.

I COSTI DEL BIGLIETTO? DA PAURA
Certo, il costo è da paura. Qualche esempio: da Bonn a Colonia ci passano 40 chilometri e la corsa semplice costa 6,30 euro. Da Amburgo a Lubecca 70, e di euro se ne pagano 11, da Hannover a Goslar 90 per un corrispettivo di 14,20 euro. Spostandoci sul fronte nostrano, da Bergamo a Milano ci sono 56 chilometri e l’andata costa 4,10 euro. Facendo la media dei primi due ticket delle tratte tedesche prese in considerazione si ottiene appunto una distanza di 55 chilometri, ma un costo di 8,65 euro. Più del doppio rispetto a quello italiano. Ma il servizio è più capillare, frequente, puntuale e dignitoso: anche se la puntualità checché se ne dica non è proprio il punto forte del servizio (in 8 viaggi abbiamo registrato ritardi nell’ordine del 5 minuti su tratte comunque brevi), semmai la frequenza e il cadenzamento delle corse, davvero invidiabile: il sogno di qualsivoglia pendolare.

IL COSTO DELLA VITA E I SALARI
Va comunque evidenziato un dato fondamentale, il maggior peso dei salari tedeschi rispetto a quelli italiani. Peso specifico, e non relativo: secondo le elaborazioni della Mercer – società leader della consulenza nelle risorse umane e nell’investment consulting – il salario netto a parità di potere d’acquisto (ovvero quello realmente disponibile una volta uniformato il costo della vita ed eliminate le tasse) è molto diverso. Nel dettaglio: un operaio italiano prende 12.589 euro l’anno, quello tedesco 20.088, l’impiegato rispettivamente 17.388 e 27.025, il quadro 40.214 contro 55.362 e il manager 102.313 contro 115.345. Differenze davvero notevoli, anche se parametrando le diverse voci di spesa quotidiana tra Italia e Germania, quella dove il gap diventa davvero notevole è proprio il trasporto pubblico, il treno in particolare. Per intenderci, la differenza nel costo della vita non appare così marcata in un ristorante piuttosto che in un bar (espresso a parte): leggermente più cara sì, ma non con lo squilibrio del prezzo dei treni.

LE OFFERTE SUPERSCONTATE IN RETE
Ad ogni modo, tornando in Germania, colpisce anche la grande capacità di diversificare l’offerta da parte di Db, soprattutto nelle tratte ad alta velocità coperti dai confortevoli (e bellissimi) Ice: il prezzo è caro, ben superiore a quello degli Etr italiani, ma Db mette sul mercato on line anche tagliandi superscontati. Un esempio per capire meglio: da Roma a Milano sono 630 chilometri che Fs offre a 56 euro, da Monaco di Baviera a Francoforte via Stoccarda ne passano 450, ma a 85 euro. Solo che prenotando in rete con buon anticipo è possibile trovare biglietti a 29 e 39 euro, il che spiega la politica Db che da un lato fa pagare il prezzo pieno a chi viaggia per lavoro e dall’altro lo supersconta a chi invece lo fa per piacere e quindi può organizzarsi: il risultato è duplice, treno pieno e fideizzazione della clientela. E un Paese che viaggia in carrozza.



Stazioni come centri commerciali, parte dei servizi ai privati: ecco la ricetta tedesca
Deutsche bahn, una macchina per fare soldi

COLONIA (GERMANIA) Puntuali, abbastanza. Frequenti, tanto. Puliti, decisamente. Cari, molto. Ma soprattutto le ferrovie tedesche (Db, Deutsche bahn) sono un’autentica macchina per fare soldi: altissima qualità e nulla di regalato. Tanto meno di sprecato. Un circolo virtuoso che fa pagare, offre servizi di conseguenza e per garantire il funzionamento dell’holding Db capitalizza al massimo ogni possibile fonte di reddito. Chi vuole paga, ma il servizio vale il prezzo, ja.

UN BUSINESS MILIONARIO
Il viaggio comincia nella Renania settentrionale-Vestfalia e dai suoi 20 milioni di abitanti: un groviglio di strade e binari in ugual misura, in pratica una regione che viaggia per tre quarti della giornata. Colonia è la città più rappresentativa di questa parte della Germania, quasi un milione di abitanti e il meraviglioso Duomo praticamente attaccato alla stazione centrale, anche se chiamarla in questo modo è quanto meno riduttivo.
Il primo aspetto che fa la differenza è proprio questo: in Germania hanno capito da tempo (e prima di altri) che la stazione non poteva e non doveva essere solo un luogo di transito e d’inevitabile marginalità sociale – particolarmente presente in questa parte del Paese – ma un posto dove la gente poteva andarci anche per non prendere il treno. Ma soprattutto che mettendoci servizi avrebbero incassato dei soldi, a tutto vantaggio dell’offerta complessiva.

COLONIA, DIE COLONADEN
Uno degli esempi meglio riusciti è proprio a Colonia, dove di fatto la stazione è diventata un centro commerciale (Die Colonaden) capace di attirare servizi per i viaggiatori e non solo. Db affitta spazi a medie e piccole attività, non necessariamente connesse al traffico passeggeri. La parte del leone la fa il settore alimentare con brand come McDonald’s, Starbucks, Body Shop e Pizza Hut, ma molto spazio hanno librerie, servizi alla persona, abbigliamento e persino le banche.
Di più, parte degli spazi dei vecchi uffici sono stati ceduti in affitto a catene alberghiere come Ibis, qui come nella vicina Düsseldorf. Per il viaggiatore in transito la certezza di poter trovare un letto praticamente dentro la stazione, per Db un introito garantito e occupazione quasi totale degli spazi.

I SERVIZI? SE LI VUOI PAGHI
Un sistema che Db ha applicato con le dovute proporzioni su tutto il territorio, riuscendo persino a ricavare qualcosa dalla gestione dei servizi igienici, appaltati nelle stazioni più grosse alla società Mc Clean. Come dire, da un problema ad un’opportunità. E che dire della Radstation, ovvero la struttura che ogni amante della bicicletta vorrebbe trovare in stazione? Un deposito custodito e super sicuro, chiaramente a pagamento: 70 centesimi al giorno, 7 euro al mese, 70 all’anno se ci si accontenta di un posto a caso, 95 se lo si vuole riservato. In più si offrono anche check-up alle bici con prezzi da 29, 49 e 99 euro. Per ora il servizio è attivo solo nella Renania Settentrionale-Vestfalia, ma probabile che trovi emuli nei vari land.

LA VIGILANZA INTERNA
Con scelte di questo genere Db da un lato ha introitato denaro fresco e dall’altro si è potuta concentrare al massimo sui servizi di base alla clientela, quelli cioè strettamente connessi al trasporto dei passeggeri. E su questo versante è decisamente un altro mondo. Scale mobili e ascensori ovunque, a Colonia addirittura un nastro trasportatore per bagagli parallelo ai gradini. E se le biglietterie italiane sembrano un avamposto di Fort Apache, con il personale barricato dietro inespugnabili vetri, i ReiseZentrum tedeschi sono delle autentiche agenzie viaggi dove addetti in polo rossa d’ordinanza ti assistono nelle operazioni di acquisto dalle biglietterie automatiche (multilingue, polacco e italiano compreso, e funzionano sempre...) o indirizzano al desk per chi è abituato a confrontarsi vis a vis. Solo che qui lo può fare davvero, visto che non esiste barriera fisica. Ma Db ha anche una sua vigilanza interna (Sicherheit) che si divide tra il mantenimento dell’ordine e l’assistenza alla clientela.

IL DEPOSITO CON LO SPONSOR
Ultimo accenno al deposito bagagli, croce e delizia delle stazioni italiane: a Colonia hanno appena inaugurato un sistema completamente automatizzato, dove uno arriva, mette la valigia in un inquietante dispositivo e questa sparisce nei sotterranei. Per riprenderla basta inserire il biglietto nella macchina e il collo torna su, tutto automatico, con costi di 2 euro per 6 ore.
Nelle altre stazioni, invece, si va ancora alla vecchia, ovvero le classiche cassette di sicurezza. Ma ad Hannover Db ha trovato il modo di raggranellare qualche euro stampando sul ticket magnetico pure lo sponsor. Sono tedeschi, sembrano scozzesi.

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