<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:14/01/2008
Fonte:Leggo Torino
Titolo dell’articolo:Torino-Cuneo, treni in ritardo fisso
Testo dell’articolo:Alzarsi alle 5,30 per essere in ufficio a Torino alle 9, e non rientrare prima delle 20, anche se si è smesso di lavorare da tre ore, la casa dista dall’ufficio non 300, ma 80 chilometri, e un treno più comodo ci sarebbe, peccato sia sempre in ritardo; anche sei ore al giorno fra viaggio e sala d’aspetto, quasi sempre in piedi e pigiati come sardine, sono la ginnastica quotidiana dei circa 8000 pendolari della linea Torino-Cuneo, 80 chilometri e 14 fermate in un tempo che, fra il ritardo standard e i frequenti imprevisti, oscilla imprecisato fra un’ora e mezzo e due ore.
Ritardo standard: perché, spiega Silvia R., studentessa di Fossano, «10 minuti in più sono ormai fissi, specie sui treni cosiddetti veloci». Come quello da Limone, che attraversando la provincia dovrebbe arrivare alle 8,35, ma nell’ultima settimana non è stato mai puntuale, con ritardi fra i 7 e i 17 minuti «se non succede niente ». «Ma venerdì scorso, ad esempio, si è incendiata la motrice, e ci hanno fatti scendere e aspettare il treno successivo, un’ora dopo», racconta Laura Genovesio, del Comitato pendolari Torino-Cuneo. «Non è un servizio compatibile col lavoro. Io parto da Centallo, a 70 chilometri da Torino, e sono impiegata alla Fiat Mirafiori: una volta riuscivo a bollare alle 9, ma ultimamente si tarda sempre. Così devo prendere il treno prima, che è pienissimo, perché non sono mica l’unica che non può permettersi di fare tardi». No, non è l’unica: sulle otto carrozze del rapido delle 6,48, che arriva al Lingotto per le 7,45, salgono tutti gli studenti, insegnanti, impiegati della provincia che devono essere a lezione o al lavoro per le 8. I soli impiegati Fiat che scendono da questo treno riempiono due bus aziendali: ma ci sono solo 460 posti di seconda classe, e già dopo due fermate si viaggia in piedi, stipati nel corridoio e persino nello spazio fra le carrozze.
Dal 2006, i pendolari piemontesi hanno diritto a uno sconto sull’abbonamento che compensi i ritardi subiti. «Un bel risarcimento – ironizza un pendolare di Racconigi - a dicembre è stato di ben un euro, su 67 del mensile».

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it