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Data di pubblicazione:27/01/2008
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Chieri, odissea pendolari “In ritardo e poco sicuri”
Testo dell’articolo:CHIERI - Adesso sulla linea Chieri-Torino-Rivarolo il problema è anche la sicurezza. Non bastavano i ritardi, le coincidenze mancate a Trofarello. Venerdì sera il treno per Chieri ha aspettato i passeggeri provienienti da Torino. I viaggiatori hanno tirato un sospiro di sollievo, «una volta tanto un gesto di comprensione», con la conseguenza che il treno è partito da Trofarello in ritardo e le sbarre dei passaggi a livello lungo la statale 29 non hanno funzionato. Anche di questo si parlato ieri nel consiglio comunale aperto in Sala Conceria a Chieri. Tanti i pendolari esasperati dai disservizi, numerosi anche gli amministratori. Grande assente Trenitalia. «A volte il viaggiatore ha l’impressione di trovarsi in un sistema kafkiano che fa di tutto per produrre disagi - polemizza Antonella Bartolo, pendolare da anni -. Ogni viaggio diventa un’odissea, ma soprattutto ci sembra di non avere diritti e non riusciamo a trovare gli interlocutori in grado di darci risposte adeguate». E nemmeno convince l’iniziativa dell’assessore regionale Daniele Borioli di creare una consulta dei comitati dei pendolari per risolvere le criticità. «È un modo per mettere a tacere la protesta e continuare a temporeggiare - sostiene Pietro Lombardi, consigliere comunale dei comunisti Italiani -. Diciamo la verità: fino a quando Chieri versava 110 milioni di vecchie lire a Trenitalia il servizio era migliore». Ora il Comune non dà più un euro, ma aumentano i problemi. Il nuovo orario ferroviario, che cancella gran parte della coincidenze a Trofarello, non ha fatto che peggiorare la situazione. Con i lavori del Passante ferroviario a Torino i treni diretti sono praticamente scomparsi. I pendolari salgono a Porta Nuova o Lingotto e sono costretti a cambiare a Trofarello. Ma qui c’è l’effetto «buco nero»: su 17 corse ben 10 partono per Chieri qualche minuto prima che arrivi il treno da Torino. C’è chi come Mauro Marinari, del gruppo dell’Ulivo di Pino Torinese, ha fatto il calcolo di quanto costa l’inefficienza dei trasporti a chi viaggia: «Io sono stato pendolare per 22 anni. Consideriamo un ritardo giornaliero medio di 12 minuti, moltiplicato per 22 anni fa 40 giorni sprecati sulle banchine di una stazione in cui potevo fare il giro del mondo». E punta il dito anche sulla mancanza di strategia dei trasporti pubblici cittadini verso l’area industriale: «Scendere dal treno a volte significa trovarsi in un deserto». Critica le mancate coincidenze anche il movimento «Muovitichieri»: «Sui nostri treni non esiste ancora il servizio di trasporto delle biciclette». Il consigliere Angelo Gilardi, pendolare doc: «Non è la prima volta che le sbarre dei passaggi a livello lungo il tratto Chieri-Trofarello restano alzate a causa del ritardo di un treno. Il macchinista rallenta e suona, a volte viene inviato del personale a monitorare, ma comunque ci sono dei rischi. In Regione non ci ascoltano anche perchè i pendolari chieresi sono pochi rispetto ad altre zone e stanno ancora diminuendo con questo orario impossibile». E propone una ricetta: «Anzichè spendere i 12 milioni di euro, promessi dal ministro Di Pietro, nella nuova stazione delle Maddalene perchè non investire in sicurezza?». Insomma stazioni monumentali, binari e passaggi a livello obsoleti secondo i pendolari. Anche i Comunisti Italiani considerano uno spreco la nuova stazione: «Investiamoli meglio», sostiene Vincenzo Chieppa, consigliere regionale. Sull’onda della polemica, molti gli interventi «politici» come quello di Giuseppe Cerchio, consigliere provinciale, che provocatoriamente sostiene: «L’Agenzia per la Mobilità Metropolitina ha fallito: sciogliamo questo ente per l’incapacità dimostrata a risolvere i problemi». Luigi Sodano, consigliere comunale An: «L’amministrazione di Chieri ha fallito per problemi oggettivi, ma anche perchè non è in grado di farsi ascoltare in Regione».


«Diventeremo come la Rer per Parigi»
Il vice-sindaco Piero Giovannone, rispedisce al mittente le critiche: «Sono anni che ci battiamo per essere inclusi nel sistema ferroviario metropolitano. Certamente ci sono i disservizi dovuti al modo burocratico del sistema ferroviario. I disagi sono una realtà, ma è altrettanto vero che esiste un piano complessivo che rivoluziona la strategia dei trasporti a Torino e nell’interland con una Rer sul modello di Parigi. E questo progetto verrà illustrato domani, ore 17, in Sala Conceria dagli assessori provinciali e regionali e da Trenitalia».

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