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Data di pubblicazione:05/02/2008
Fonte:Eco del Chisone
Titolo dell’articolo:Val Pellice, i pendolari: «Serve un Piano dei trasporti»
Testo dell’articolo:VAL PELLICE - Quarantuno passaggi a livello tra Torre Pellice e Pinerolo. A questo disagio si aggiungono, con sempre maggiore regolarità, il malfunzionamento dei treni più vecchi e i difetti di quelli nuovi di zecca.

Non è un quadro incoraggiante, quello del trasporto ferroviario della Val Pellice: «Ma la situazione è la stessa in tutta Italia - puntualizza Claudio Cornelli, del Comitato pendolari Val Pellice -: la classe politica non ha mai investito in questo tipo di servizio». Ma se la ferrovia ha la febbre, avverte Cornelli, «il trasporto su gomma non se la passa meglio: la viabilità su strada è congestionata e i tempi di percorrenza sono quasi raddoppiati in pochi anni».

Il Comitato Pendolari è attivo in valle ormai da diversi anni: «Stiamo continuando la nostra battaglia - spiega Cornelli - ma il rapporto con le istituzioni non è buono». Perché? «Con la Regione non c’è dialogo - risponde -. Al momento almeno una decina di nostre lettere giacciono sulla scrivania dell’assessore ai Trasporti». E le istituzioni locali? «Da quando è ritornato il treno è calato il silenzio». Come se - con il ripristino del servizio – tutti i problemi si fossero estinti.

Qualcosa, per fortuna, si sta muovendo: «La settimana scorsa abbiamo partecipato ad un incontro a Torino organizzato da Legambiente con i diversi Comitati pendolari della regione - conferma Cornelli -. Puntiamo a costituire un Coordinamento regionale. L’8 febbraio saremo invece a Milano per organizzarci in Coordinamento nazionale».

Qual è il vostro obiettivo? «Far sì che gli investimenti servano a creare reti e infrastrutture fruibili dalla gente». Sarà possibile raggiungerlo? «Le prospettive non sono incoraggianti - ammette -: per andare a Torino in automobile dalla Val Pellice si impiega circa un’ora. In treno, invece, un’ora e quaranta minuti. È naturale che la gente scelga l’auto».

In Val Pellice, aggiunge ancora Cornelli, si verificano spesso degli "sprechi": «Ci sono molti parallelismi, con treni e pullman alla stessa ora: un’assurdità che porta la Regione a spendere il doppio per mezzi che poi si rivelano semi-vuoti». Non solo: «Spesso si utilizzano autobus da 50 posti quando i passeggeri, in determinate fasce orarie, sono sotto una trentina. Perché non impiegare mezzi più piccoli, che congestionerebbero meno il traffico?».

Secondo Cornelli, «la valle ha bisogno di un Piano dei trasporti che parta dall’analisi dei bisogni di chi deve viaggiare». Coordinato da chi? «Dalla Comunità montana - risponde -, che conoscerebbe meglio i bisogni e potrebbe proporre un servizio efficace, non stilato a tavolino come accade oggi». La soluzione è urgente, perché «alla rabbia dei pendolari di qualche anno fa si è sostituita la rassegnazione. Il rischio è che questi “rassegnati” cambino modo di muoversi. Risultato? Treni sempre più vuoti che un domani potrebbero giustificare la chiusura di tratti di linee considerate “rami secchi”».

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