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Data di pubblicazione:09/02/2008
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Piemonte, niente soldi ai pendolari
Testo dell’articolo:Da sempre i pendolari sostengono di essere tenuti poco in considerazione e come la situazione del trasporto ferroviario locale non sia adeguata alle esigenze di quelle migliaia di persone che ogni mattina e ogni sera salgono su un treno per fare il tragitto casa-lavoro. Adesso la conferma arriva da uno studio di Legambiente che ha analizzato i bilanci delle regioni italiane andando a spulciare quanto ognuna investe nel settore ferroviario. Lo studio, realizzato nell’ambito del progetto «Pendolaria» non fa certo fare una bella figura alla Regione Piemonte.
Anzi. Emerge, infatti, che la giunta Bresso, così come quella calabrese «non spende praticamente nulla per la mobilità pendolare, mentre nel resto d’Italia le risorse sono del tutto insufficienti». La Regione Piemonte, quindi, risulta un fanalino di coda in un settore che di per sé non raccoglie l’interesse di alcuna regione italiana. Insomma siamo il peggio del peggio.
«Nessuna Regione - sostiene Legambiente - arriva ad investire l’1% del proprio bilancio per i treni pendolari e anche dove i fondi vengono stanziati il divario con altre voci di spesa, come quella per strade, autostrade e linee ferroviarie ad alta velocità, è abissale». Legambiente punta il dito contro il Piemonte e sottolinea come nella nostra regione, negli anni 2006-2007, la spesa in bilancio per il servizio e l’acquisto dei treni è stata pari a zero.
«È lampante a chiunque - commenta senza mezzi termini Vanda Bonardo, presidente Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - che siamo di fronte a una vera emergenza e a una assurda sottovalutazione politica di quelle che sono le reali priorità del Paese». Dal 2000 ad oggi, secondo Legambiente, le Regioni che avevano voglia di scommettere sul futuro della ferrovia potevano farlo «avendo - sostiene il leader di Legambiente in Piemonte - completa competenza sulla programmazione del servizio e sugli investimenti aggiuntivi per migliorare qualità e quantità dell’offerta ma sono davvero poche quelle che hanno fatto questa scelta, tra queste sicuramente non il Piemonte».
Ma le bacchettate non arrivano mai dai sole. A quella di Legambiente ci si aggiunge anche quella dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, che a margine di un’assemblea nazionale dei pendolari alla Camera del Lavoro di Milano, ha detto con voce limpida e cristallina: «Mancano i soldi per comprare treni, per ridurre l’affollamento sui convogli, per rendere più efficiente la rete ferroviaria del trasporto locale». Aggiungendo poi: «Il piano industriale presentato lo scorso anno, che prevede l’aumento del 50 per cento dell’offerta ferroviaria nelle grandi città in quattro anni non è finanziato - ha affermato Moretti - non sono soddisfatto delle risposte di governo e Regioni». Strigliate che hanno fatto storcere il naso all’assessore regionale ai Trasporti, Daniele Borioli, presente tra l’altro anche lui a Milano all’assemblea dei pendolari. L’assessore sta sulle difensive e non potendo contraddire in toto quanto detto da Legambiente e Moretti ha scelto la linea del basso profilo, dicendo che vorrebbe fare di più ma...
«Per i pendolari - ha detto Borioli - vorremmo spendere di più. Ogni anno - ha ricordato - la Regione Piemonte investe circa 10 milioni di euro di risorse proprie per le spese dei pendolari».
I dieci milioni rappresentano di fatto lo 0,1 per cento del bilancio corrente. Quindi Legambiente ha detto il vero. «Credo - ha aggiunto ancora l’assessore - che dovremmo essere messi nella condizioni di poter spendere una somma più elevata, ma questo sarà possibile solo se si porta a compimento quel progetto di federalismo fiscale che consentirebbe alle Regioni di reperire risorse». Insomma la colpa è sempre di qualcun altro.
«Ogni anno la Regione stanzia circa 10 milioni di euro di risorse proprie per garantire il servizio per i pendolari, oltre ai 161 milioni di euro trasferiti dallo Stato per il contratto con Trenitalia. Il che equivale grossomodo a circa il 0,1 per cento della spesa corrente all’interno del bilancio regionale. È poco? Può anche darsi, ma assolutamente in linea con le altre regioni italiane». Vale a dire: così fan tutte.

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