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Data di pubblicazione:23/03/2008
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Magliano Alpi, l’Ilma vince il primo round sul raccordo ferroviario
Testo dell’articolo:MAGLIANO ALPI - Il primo round l’ha vinto la «Ilma spa». E’ l’azienda del legno che ha intentato una causa civile contro la decisione della Rete Ferroviaria Italiana di chiudere il tratto interno di ferrovia, vitale per la ditta che riceve tronchi di legno dall’Europa e da altre regioni del Nord Italia. «Il giudice del tribunale di Torino - spiega l’avvocato Flavio Gazzi che tutela l’azienda maglianese - ha riconosciuto che nella nostra domanda di sospensione del provvedimento, cioè la chiusura del tratto, c’è il cosiddetto “fumus bonis iuris”. Vale a dire che la richiesta dell’azienda di rivedere la decisione delle Ferrovie non è per nulla “campata in aria”. Era il nostro primo obiettivo: scongiurare la chiusura ancora prima che un tribunale stabilisca se la Rfi può farlo in maniera arbitraria. Entro 60 giorni radicheremo la causa, poi si stabilirà cosa fare. Sarebbe stato assurdo che un’azienda fosse penalizzata in questo modo da un ente come le ferrovie». Rfi aveva avvisato con due lettere la «Ilma», ditta leader a livello europeo nel trattamento del legno, che il binario ferroviario interno usato da 35 anni per convogliare i tronchi sarebbe stato chiuso, nonostante una naturale scadenza contrattuale prevista per il 2012. Il binario si estende per circa 500 metri e viene usato dall’azienda per ricevere tronchi lunghi oltre 13,50 metri: materiale che non può viaggiare sui camion perché «oltre misura». «Non ne facciamo una questione legata solo alla nostra azienda - dice Livio Bergia, presidente e amministratore delegato della Ilma -. Se dietro a questo tipo di decisioni, ce ne sono altre legate alle linee provinciali, sarebbe meglio saperlo. La politica europea dei trasporti va verso l’intermodalità, fruendo di diversi mezzi di trasporto. Quello ferroviario è uno dei più ecologici e rispettosi dell’ambiente». I tronconi di conifere arrivano dall’Austria, dalla zona di Domodossola, dal confine veneto. I vagoni entrano nell’azienda tramite una diramazione sulla linea Torino-Savona e si dirigono a un reparto dedicato al taglio, che risulterebbe inutilizzabile nel caso il binario dovesse essere soppresso, con un grave danno economico per la «Ilma».

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