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Data di pubblicazione:27/03/2008
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:“Alba non difende noi pendolari”
Testo dell’articolo:ALBA - È l’ultima frontiera della par condicio. O, meglio, l’ultima «fermata». Il treno è in ritardo? Nessun problema. Basta rallentare un convoglio che viaggia su un’altra linea, far passare quello «lumaca» che, finalmente fra lo stupore di tutti, arriverà in orario. Così si mettono a tacere anche i mugugni dei pendolari. Almeno di quelli che utilizzano quella linea. Almeno per un po’. Trenitalia nega, da orario ufficiale non risulta, ma da giorni la protesta corre su Internet. Sulla bacheca on-line della Regione, c’è chi denuncia: «Il treno da Alba per Cuneo, invece di proseguire fino a Maddalene, viene bloccato a Fossano dove attende l’arrivo del convoglio Limone-Torino». E ancora: «In Stazione la modifica non è indicata, ma la corsa accusa sempre un ritardo tra 10 e 15 minuti. E pesa sulla puntualità dell’unico già martoriato collegamento diretto da Albese e Braidese al capoluogo provinciale, già gravato da 21 minuti di sosta a Cavallermaggiore. Per una percorrenza Bra-Cuneo di 58 km si impiega un’ora e 18 minuti, alla velocità media di 44 km/h». Secondo i report degli ispettori Fs, a gennaio il collegamento Asti-Alba-Bra-Cavallermaggiore è risultato fra i peggiori del Piemonte. I viaggiatori sono furenti. Sa di beffa l’ultimo incontro della scorsa settimana in Regione, dove si è parlato anche della prossima chiusura per lavori (probabilmente in autunno) della linea Ceva-San Giuseppe. «Abbiamo avanzato le solite richieste - spiega un utente albese -: ridurre i tempi di coincidenza, migliorare la qualità del servizio. E, come al solito, non verremo ascoltati». «La Regione è l’unica responsabile dei problemi di programmazione di orari e di qualità del servizio - accusa Vincenzo Ramunno, del Comitato di Bra e Alba -. E se il nostro territorio non conta nulla la colpa è dei Comuni. All’incontro di Torino, non c’era nessuno dalle scuole di Alba, e nessun amministratore. Ci chiedono di farci sentire, ancora una volta, di fare proposte: sono le stesse di tre anni fa. Avanzate in ogni sede, a Comuni, Provincia e Regione, e mai esaudite». Ora, l’assessore regionale Daniele Borioli vuole dar vita a una Consulta regionale. «Se serve, ci andremo. Ma il problema è di chi gestisce il servizio ferroviario e non si impone: la Regione. E anche a Cuneo nessuno si fa carico del problema». Amministratori troppo remissivi? «No: completamente assenti. All’ultima riunione, il Comune di Alba ha mandato un dirigente del municipio: se n’è andato prima che si affrontasse il nodo dei nostri trasporti». Le cose non vanno meglio altrove. Ancora dalla rete: «Per quanto tempo - scrive la cuneese Laura Genovesio - Trenitalia pensa si possa andare avanti con il binario unico tra Cuneo e Fossano? Nonostante i due treni del mattino (10210 e 10214) da Cuneo a Torino siano ormai più affollati dei carri bestiame, non si prevede di aumentare il numero di convogli. Meglio invece ritoccare fermate e incroci, accontentando e scontentando a turno i pendolari».


Paolo Malcotti è assessore ai Trasporti del Comune di Alba.

I pendolari accusano il Comune di scarso impegno sul fronte del trasporto ferroviario. È così?

«No. Abbiamo sempre collaborato con gli attivisti del comitato locale per ribadire le loro richieste, che sono le stesse di tutto il territorio, quindi anche nostre. L’appoggio alle loro iniziative è completo, in passato ci sono state mozioni in Consiglio, personalmente ho scritto anche lettere alle Fs».

Ma all’ultima riunione, a Torino, a discutere l’orario di dicembre avete mandato solo un funzionario. Che, sostiene chi c’era, se n’è andato prima che terminasse il dibattito.

«Preferiamo che agli incontri “tecnici” partecipino i tecnici. E quella non era una riunione decisiva. Se ci fossero stati anche i politici, sarebbe cambiato qualcosa?»

Lo dica lei.

«Assolutamente no. Perché oggi non esistono le condizioni minime per soddisfare le richieste. Crede che Trenitalia si diverta a scontentare i passeggeri? È un “muro di gomma”. Non è che non vuole, semplicemente non può».

Quindi, le riunioni sono tutte inutili?

«La verità è che in questi anni né Alba né Bra, e nemmeno i pendolari, sono riusciti a cambiare una virgola dell’atteggiamento di Trenitalia. Pressioni ne abbiamo sempre fatte. E qualcosa, con Rfi, si è ottenuto, ad esempio il parcheggio a lato della stazione. A livello politico, chiediamo che il territorio venga riconsiderato. L’unica zona che ha avuto risultati in Piemonte è Alessandria (dove ha aperto il terminal per il trasporto di turisti con auto al seguito, ma è delle ferrovie tedesche)».

Chi viaggia si domanda se, al tavolo regionale, con il suo peso turistico e industriale Alba non potrebbe contare di più.

«I pendolari hanno ragione: le nostre infrastrutture ferroviarie sono un disastro. Sono ferme a trent’anni fa, anche se nel frattempo le esigenze si sono moltiplicate. Ma ripeto, non è che a Torino non vogliono accontentarci: non possono».

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