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Data di pubblicazione:03/04/2008
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Il treno ha fatto marcia indietro
Testo dell’articolo:Venerdì 28 Marzo Trenitalia non ha dato il meglio di sè. Torino Porta Nuova, ore 17,50: il treno delle 18 per Savona non gode di ottima salute, dadi e bulloni alla terza o quarta carrozza dicono che c’è qualche problema. I macchinisti, alacri e tenaci, tentano di rianimare la macchina con manovre degni di George Clooney in E. R. Passano le 18, le 18,10 e passa anche la giovane e graziosa capotreno a dire, con fare dimesso, «Lo stiamo perdendo. Forse è meglio che abbandoniate il convoglio»: triste presagio, dato che sarà soppresso (il treno) di lì a poco. A questo punto i soliti pendolari, accresciuti da una folta schiera di viaggiatori del venerdì sera, lasciano sconsolati il treno delle 18 e si avvicinano al treno delle 18,25 per Cuneo. Un minimo di arrabbiatura c’è: il treno delle 18,25 ha le 5 carrozze già completamente pieno in ogni ordine di posti e fessure. Con fare sornione, dall’altra parte del marciapiede, il Cuneo delle 18,35 risplende nella bellezza del suo Taf perfettamente vuoto come un quadro di De Chirico. Alle 18,25, la nostra scatoletta parte ed iniziano gli scambi di improperi con il capotreno. E arriviamo a Lingotto, dove altri viaggiatori vorrebbero salire e la cosa peggiora, perché gli animi si infervorano e si passa alla parole grosse: chi chiama la Polizia ferroviaria, chi i carabinieri (peraltro nessuno arriva), chi urla, ecc. ecc. Nel frattempo, in circa cinque minuti di disordini, il treno rimane sul binario con il segnale verde. Arriva una telefonata perentoria della direzione movimento al capotreno «Presto, che è tardi». Il capotreno, con un ultimo sussulto di adrenalina, riesce a ricompattare le fila, a chiudere le porte e a far partire il treno. Il convoglio fa circa 200 metri in avanti, giunge sotto il cavalcavia e... si blocca! Tra lo stupore, i lazzi e gli improperi dei passeggeri, inizia una corsa in retromarcia per riguadagnare in tutta fretta la stazione di Lingotto. Qui troviamo ad attenderci il 18,35 che, sempre nello splendore del suo Taf con una densità di passeggeri ridicola, appena ci vede arrivare chiude le porte e sfreccia verso Sud lasciandoci schiacciati e incavolati per il doppio affronto subito: noi eravamo lanciati verso le nostre mete desiderate, ci hanno fermato e fatto tornare indietro, come al gioco dell’oca, ed ora il treno vuoto ci precederà obbligandoci a rallentare la corsa, perché quello è un locale e noi saremmo un treno veloce. Morale, per noi monregalesi, viaggio in piedi fino a Fossano e circa un’ora di ritardo a Mondovì rispetto al nostro treno originario delle 18, soppresso per motivi tecnici. A questo punto qualche domanda. Perché ci si è accorti all’ultimo che il treno delle 18 aveva dei problemi: non si poteva fare prima? Perché al venerdi sera il treno delle 18,25, ultimo veloce verso il Cuneese, era un treno «dei puffi», assolutamente inadeguato a raccogliere il numero alto di passeggeri, anche senza i problemi di quello delle 18? Perché il 18,35, treno lento e da sempre con meno passeggeri del treno precedente, aveva un Taf che avrebbe viaggiato quasi vuoto Ma soprattutto: che cosa è successo a Lingotto, tra ordini e contrordini? Qualcosa che avrebbe potuto metterci in pericolo?

MAURIZIO REPETTO, MONDOVÌ

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