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Data di pubblicazione:21/04/2008
Fonte:CuneoCronaca.it
Titolo dell’articolo:Soppresso il treno delle 8,05 per Porta Nuova: odissea dei passeggeri in partenza da Cuneo, arrivati a Torino dopo un viaggio di quasi 2 ore
Testo dell’articolo:Rabbia e attimi di tensione lunedì 21 aprile per i pendolari della tratta ferroviaria Cuneo – Torino. Dopo un’ora e 57 minuti, il treno partito dalla stazione di Cuneo alle ore 8:36 arriva a Torino Porta Nuova stracolmo di persone infuriate e incredule.

“Non è possibile” borbotta una signora, mentre un ragazzo ripete “Da non crederci”. Il lunedì nero, l’ennesimo giorno di fuoco per i pendolari, inizia pochi minuti prima delle 8, alla stazione di Cuneo: una ventina di passeggeri attendono il treno delle 8:05 che, solitamente, è pronto al binario 4. Qualcuna scruta l’orizzonte nella speranza di vedere arrivare il convoglio, ma niente: dopo pochi minuti sul tabellone al binario compare la scritta rossa, in stampatello maiuscolo, che dà il via alla disavventura ferroviaria: soppresso.

Senza alcuna comunicazione da parte del personale della stazione, il treno delle 8:05 per Torino Porta Nuova è stato cancellato e con lui le speranze di giungere entro le 10 nella città sabauda. Increduli e indecisi sul da farsi, alcuni restano per qualche istante sul binario, mentre altri si fondano verso gli orari per scoprire quale sarà il prossimo treno utile.

Un signore inferocito continua a chiedersi perché non dicano nulla dall’altoparlante e chiede spiegazioni a signora in divisa delle Ferrovie, completo verde blu e cappello rosso sopra una folta chioma di capelli riccioluti: “Si può sapere a cosa vi servono gli altoparlanti? Solo a spaventare la gente con la storia del biglietto non obliterato?”. La signora dal cappello rosso non degna di una risposta l’iracondo viaggiatore e si chiude dentro la Sala Movimenti. Dopo cinque secondi la voce anonima e meccanica annuncia che “il treno delle 8:05 è soppresso, ci scusiamo per il disagio”.

Soppresso, va bene, ma perché? Nessuno dice nulla, tutti si guardano stupiti e pochi accennano a un misterioso sciopero. Riesco a bloccare un ferroviere il quale, gentilmente, mi spiega che c’è uno sciopero, dalle 3 alle 9, e quindi ci sono dei problemi. Sciopero? Ma chi lo sapeva? Non dovrebbe essere comunicato tramite giornali, radio e televisione? Certo non vogliamo conoscerne i motivi: quelli, diciamoci la verità, sono sempre più oscuri e misteriosi, ma almeno sarebbe stato doveroso informare gli utenti. Comunque sia, restiamo in attesa del prossimo treno per Torino, previsto per le ore 8:36. Partirà, non partirà? Alcuni sono ottimisti, ma già si parla di venti minuti di ritardo. Le voci si rincorrono e pochi decidono di raggiungere in auto Fossano: “Magari troviamo qualche treno da Savona verso Torino” dicono speranzosi. In tanti, invece, attendono.

Quando finalmente giunge il convoglio destinato a Torino sembra una barzelletta: tre carrozze in tutto. Dentro, lo spazio utile per ogni viaggiatore è minimo. In breve il treno si riempie e già alla seconda fermata, Fossano, alcuni non trovano posto a sedere: le persone in piedi aumentano a ogni stazione, ma il peggio deve ancora venire. Ad ogni fermata la gente aumenta, il treno è colmo all’inverosimile. Da Racconigi in avanti la gente non riesce più a salire: quando le porte si aprono la scena non è molto diversa dai bus sovraffollati che percorrono le città dell’India.

“Andate avanti”, “Fate posto”, “Non ci stiamo più”: le voci che si sentono provengono dal corridoio, dagli spazi in mezzo alle carrozze, dagli scalini: ogni singolo spazio vitale è occupato da una persona.

Ad ogni stazione aumenta il numero di ragazzi, ragazze, uomini e donne che rinuncia al viaggio e quindi rinuncia alle lezioni universitarie, ad ore di lavoro che bisognerà recuperare, ad appuntamenti importanti, o semplicemente ad attimi della propria vita che vorrebbero spendere altrove piuttosto che in un piccolo e tragicomico convoglio ferroviario o in attesa di un treno che, per una volta, svolga puntuale il suo dovere. A Carmagnola la situazione precipita: le persone rimaste a terra sono tante, troppe e per venti minuti nessuno sa cosa succederà, se il treno riprenderà la via per Torino oppure no. “Avevo una riunione alle 10 – dice una giovane insegnate – ormai l’ho persa… è sempre peggio, non se ne può più”. Lentamente si riparte.

Alle 10:33 appaiono miracolosamente i cartelli della stazione Porta Nuova: Torino, Torino! Sembrava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta: per soli tre minuti non abbiamo raggiunto la cifra tonda: due ore per coprire il tragitto Cuneo – Torino. “Siamo stufi – confessa una signora – tutti i giorni c’è qualcosa che non va e a rimetterci siamo sempre noi pendolari”.

Lo sfogo e la rabbia vengono presto sostituiti dalla fretta. In un attimo il treno è vuoto e anche il personale delle Ferrovie sembra essersi volatilizzato.

Incuriosito controllo sul sito delle Ferrovie dello Stato se ci fosse traccia di questo strano sciopero: vengo a scoprire che lunedì 21 aprile incroceranno le braccia i dipendenti FS della Calabria e del Friuli – Venezia Giulia, ma non trovo nulla sui nostri conterranei. Dopo non poche difficoltà scopro un breve comunicato datato 18 aprile che recita: “Per uno sciopero di parte del personale delle Direzioni Regionali di Trenitalia, dalle 3 alle 9 di lunedì 21 aprile, in Piemonte e Valle d’Aosta alcuni treni regionali potranno subire cancellazioni o variazioni. Dalle 6 alle 9 saranno comunque garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali”.

Perché non è stato comunicato? Possibile che centinaia di persone siano così distratte da non venire a sapere di uno sciopero? O forse è mancata del tutto l’informazione? Qualunque cosa sia successa, restano i danni subiti dai passeggeri e la rabbia per una linea ferroviaria che già di suo deve affrontare, quotidianamente, ritardi e mancanza di convogli adeguati. Se ancora ci si inventa gli scioperi a sorpresa e non li si comunica la situazione diventa davvero tragica.

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