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Data di pubblicazione:15/05/2008
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Addio vecchio bigliettaio
Testo dell’articolo:Pensateci un attimo: stazione ferroviaria di Assisi, turisti di ogni nazione, carichi di zaini e borsoni. Devono acquistare un biglietto: sportelli chiusi, l’unica possibilità sono le emettitrici automatiche. Oppure, ancora: stazione di Termoli, qualcuno ha bisogno di un rimborso o di un abbonamento o soltanto di una tariffa speciale. Anche qui il vuoto. Sbarrati gli stanzotti dove un tempo sedevano i bigliettai, tutto affidato alle emettitrici che, se tutto va bene, riescono a compiere il loro dovere di emettere i biglietti. Ogni altra richiesta deve essere inoltrata alle stazioni con biglietterie, e la più vicina rischia di essere a decine e decine di chilometri di distanza. E’ lo scenario che si prospetta un po’ in tutt’Italia grazie a una lista di 24 biglietterie della rete nazionale finite nel mirino delle Ferrovie dello Stato e condannate alla soppressione. C’è di tutto: Termoli, appunto, ma anche Vasto, il che costringerebbe chi abita in zona ad arrivare fino a Pescara (80 km da Vasto) o andare all’interno verso Foggia (altri 80 km da Termoli) per un rimborso se, ad esempio, non avessero un collegamento a internet.
C’è Tortona, dove ogni giorno passano migliaia di passeggeri in transito tra Piemonte e Lombardia. C’è Taormina-Giardini, e pazienza per tutti i turisti che vogliano provare l’ebbrezza di un viaggio sui treni siciliani. Ci sono Massa e Benevento che sono capoluoghi di provincia. E ci sono Imperia Porto Maurizio, Albenga e Rapallo che fanno della Liguria la regione più colpita insieme con le Marche dai tagli programmati dalle Ferrovie. Sembra una scelta irrazionale e invece una logica c’è, come spiega l’azienda stessa. Si tratta di «riequilibrare il rapporto costi/ricavi che, per alcuni canali di vendita, si presenta oggi notevolmente sbilanciato, con perdite assolutamente insostenibili per la nostra azienda». Per quanto riguarda specificatamente la vendita diretta, quindi, sulla base del conto economico di ciascuna biglietteria, saranno assunte le determinazioni conseguenti, circa il relativo o meno mantenimento in servizio. Tempi e modi sono in corso di verifica».
E’ in corso, infatti, una trattativa con i sindacati e la lista alla fine non è detto che sia quella di partenza. I tempi di decisione non saranno brevissimi, si dice entro il 2009. In realtà, oltre ai sindacati, andranno sentite anche le Regioni. Saranno proprio loro ad avere l’ultima parola. Le proteste sono già iniziate, molti assessori sono intervenuti nel tentativo di fermare il piano nazionale. Se però le Ferrovie dovessero andare avanti comunque, le giunte locali potrebbero decidere di portare le biglietterie in odore di chiusura all’interno della rete regionale nei casi in cui lo ritenessero opportuno. A quel punto le Ferrovie si libererebbero di questi costi ritenuti eccessivi, le Regioni se ne farebbero carico e chissà se i biglietti dei loro treni - i regionali presi dai pendolari - non finirebbero per subire alcuni ritocchi. D’altra parte anche per alcune biglietterie regionali è stata decisa la chiusura. Entro fine dicembre dovrebbero esserne soppresse 6 in Emilia e 5 in Toscana. Le Ferrovie difendono la loro scelta ricordando che «già oggi Trenitalia vanta una rete di vendita tra le più capillari ed estese in Europa» e che «è previsto un notevole rafforzamento dei canali innovativi (self service, ma anche internet e mobile ticketing, dove già oggi è possibile comprare biglietti ferroviari con uno specifico sconto) e della rete di vendita indiretta (agenzie di viaggi e punti vendita esterni)».
E quindi via libera alle biglietterie automatiche: ma qualcuno lo sa che non includono tutte le stazioni d’Italia e che quindi per non avere una multa si finisce per acquistare il biglietto per la stazione successiva e quindi pagare di più?

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