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Data di pubblicazione:24/05/2008
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Catricalà: “Occorre separare RFI e Trenitalia”
Testo dell’articolo:MILANO - L’Antitrust chiederà la separazione di Snam Rete Gas dall’Eni se Bruxelles prevedrà la nascita di un grande soggetto europeo delle reti di distribuzione del gas. Non è ancora un cambio di rotta ufficiale, quello annunciato ieri davanti agli studenti della romana Luiss da Antonio Catricalà, ma certo l’ipotesi avanzata per la prima volta dal numero uno dell’Antitrust è una svolta importante. Sottolineata dallo stesso Catricalà: «Finora l’Antitrust - ha ammesso - non ha mai spinto con forza sulla separazione di Snam Rete Gas da Eni perchè ha ritenuto che fosse più utile avere un leader di mercato forte che potesse trattare con i grandi produttori di gas». La cautela finora aveva un suo fondamento: per Catricalà era impensabile parlare di piena concorrenza senza tener conto dei grandi monopolisti che detengono il controllo su petrolio e gas, «entità ben integrate con i governi - sottolinea - come Gazprom in Russia e Sonatrach in Algeria». Ma se entra in campo l’ipotesi europea, aggiunge, lo scenario cambia completamente: a quel punto, fa intendere Catricalà, l’Antitrust potrebbe richiedere l’unbundling di Snam da Eni per dar vita a una società europea del gas da costituire con il conferimento delle reti da parte di tutti i grandi soggetti del settore, Eni, Gaz de France, E.On, nessuno escluso. Per questo l’Antitrust farà «una segnalazione al governo perchè prenda posizione sull’unbundling e sulla relativa direttiva Ue che «deve prevedere la nascita di un grande network europeo che si contrapponga ai grandi fornitori di gas e sia tale da non essere scalabile».
Annuncia la disponibilità a sostenere la separazione («Proprietaria perchè quella gestionale è sostenibile solo nel breve periodo») tra Snam ed Eni, Catricalà. Ma l’accenno al gas non è l’unico della lezione su concorrenza e liberalizzazioni del presidente dell’Antitrust agli studenti della Luiss. «Serve - dice - un business plan delle liberalizzazioni. Il patrimonio infrastrutturale è carente, si pensi alla rete ferroviaria, autostradale, in generale alla logistica e alle reti di trasporto», spiega prima di elencare i punti critici: «Le reti di trasporto dell’energia elettrica e del gas che presentano limiti strutturali e sono veri e propri colli di bottiglia, il sistema autostradale che negli anni Sessanta era tra i più estesi d’Europa e che è rimasto quello di allora, il sistema ferroviario dove è ormai necessario rendere Rfi del tutto autonoma da Trenitalia perchè non si può tollerare per molto ancora che la rete sia gestita dallo stesso proprietario». E ancora, insiste il presidente di Antitrust, «i nostri porti che sono sottodimensionati», per non parlare dei «servizi bancari, assicurativi e quelli professionali in genere». Insomma, serve una nuova ondata di liberalizzazione, soprattutto nei servizi pubblici e in particolare in quelli locali dove «bisogna privatizzare tutte quelle piccole Iri che costituiscono l’80% delle municipalizzate che non funzionano in Italia e che creano debito per la pubblica amministrazione».

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