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Data di pubblicazione:01/06/2008
Fonte:La Stampa edizione di Asti
Titolo dell’articolo:L’Astigiano presenta il suo museo E’ a cielo aperto, disegnato dalle vigne
Testo dell’articolo:Una torre medievale e insieme un calice, ma è anche una finestra sul paesaggio che guarda le colline vitate dell’Astigiano. Quella Ü racchiude la lingua della gente, la tradizione e l’appartenenza a un territorio. È il logo del «Muda», il Museo diffuso astigiano ovvero un museo all’aria aperta «fatto di vento, sole, vigne e castelli». Opere d’arte sono le vigne, le colline, i fiumi, le chiese, i «crutin» e anche il recupero delle aree industriali dismesse. Un paesaggio vitivinicolo che si è candidato a diventare «patrimonio dell’umanità» riconosciuto dall’Unesco. E ora un nuovo progetto di rilancio. Il «Muda» (in piemontese significa l’abito buono della festa) è stato inserito nei «programmi territoriali integrati» della Regione Piemonte. Otterrà finanziamenti dai fondi strutturali europei: è previsto un impegno di circa 40 milioni di euro pubblici e altrettanti dai privati. Sono coinvolte due Comunità collinari del Sud Astigiano, «Tra Langa e Monferrato» e «Vigne & Vini»: sono 19 comuni intorno a Nizza Monferrato e Canelli, la capitale dell’Asti spumante, con un bacino di 44 mila abitanti. Il progetto è stato presentato a Nizza Monferrato. C’erano gli amministratori dei comuni capofila e i presidenti delle Unioni collinari Massimo Fiorio e Andrea Ghignone. Con loro, gli urbanisti che hanno pensato a come «rendere omogenei i mille volti del territorio»: gli architetti Ezio Bardini, Maria Pia Dal Bianco e Pierluigi Ramello. La Regione Piemonte era rappresentata dall’assessore alle Politiche territoriali Sergio Conti.
Il «Muda» sarà articolato in più fasi e settori: paesaggio, vocazione vitivinicola, cultura e storia, formazione e comunicazione.

Paesaggio e territorio
È la prima fase del Museo diffuso astigiano: tra le azioni per valorizzare il paesaggio spiccano le «stanze d’arte» con installazione di opere e sculture di importanti artisti contemporanei (Vercruysse, Buren, Cragg, Long, Mosso, Fogliati e Horn) in vigne, borghi storici, parchi di castelli e crinali di colline. Le «stanze» saranno costituiranno il «fil rouge» del territorio, a partire dal complesso monumentale della Rocca di Costigliole d’Asti, fino al giardino della Torre Contini a Canelli. E ancora nel borgo di Calamandrana, nel «bosco delle sorti» di Mombaruzzo, nel futuro museo di Nizza Monferrato e nel giardino del castello di Moasca. Una settima «stanza» unirà idealmante i panorami di Calosso, Coazzolo, San Marzano Oliveto.

Vocazione vitivinicola
Il vino è il simbolo vivo del territorio del Sud Astigiano . La seconda fase sarà dunque legata alla vocazione vitivinicola, agricola e gastronomica con la creazione di un distretto agro-alimentare integrato di un centro di servizi sperimentale per i viticoltori.

Cultura e storia
Sono uniche al modo le «cattedrali sotterranee», le storiche cantine storiche dove nasce l’Asti spumante che corrono per chilometri e chilometri nel sottosuolo di Canelli. Da quel tesoro nascosto, è partito il progetto Unesco. Il «Muda» ne prevede il recupero architettonico, insieme a quello delle linee e stazioni ferroviarie con la creazione di un «enotreno» e di un museo ferroviario. E c’è anche la Rocca di Costigliole d’Asti, un «bene-faro» gestito dal Premio Grinzane Cavour. Nel parco del castello sorgerà una delle «stanze d’arte» contemporanea: il «Labyrinth & pleasure garden», installazione dell’artista belga Jan Vercruysse. Il castello è sede della scuola di cucina internazionale Icif (Italian Culinary Institute for Foreigners), che ogni anno ospita gruppi di chef stranieri che apprendono i segreti della cucina italiana.

Formazione e comunicazione
È la quarta, ma non ultima fase in termini di importanza. Oltre al logo, il «Muda» utilizza anche un particolare alfabeto studiato da Roberto Necco, dello studio di grafica «Conversa/Elyron».

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