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Data di pubblicazione:16/06/2008
Fonte:La Stampa edizione di Novara
Titolo dell’articolo:Novara: ragazza cade sui binari investita e trascinata dal treno
Testo dell’articolo:NOVARA - Un urlo disperato, «Aiuto, aiutatemi», e una scena impressionante: una ragazza che spunta da sotto il treno e si appoggia sul binario, le braccia che cercano di afferrare il cemento della banchina, mentre le gambe sono intrappolate sotto il pesante convoglio. Una novarese di 17 anni è ora ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore. I medici stanno cercando di salvare un piede, rimasto maciullato sotto le ruote del treno. E’ un episodio ancora tutto da chiarire, quello avvenuto ieri alla stazione ferroviaria di Novara. Il treno delle 12,50 in arrivo da Milano e diretto a Torino, si ferma regolarmente al binario 3. Le ruote si sono appena bloccate, le porte sono ancora chiuse, quando si sentono urla disperate. Dalla parte inferiore della seconda carrozza emerge il corpo di una ragazza. Chiede aiuto, le grida terrorizzate e di dolore allertano le poche persone presenti in quel momento in stazione. La giovane ha diciassette anni, è novarese e risiede con la famiglia a Pernate. Agli agenti della polizia ferroviaria si presenta una scena difficile da ricostruire, al momento. Immediatamente scattano i soccorsi. La ragazza stessa, raccontano più tardi gli agenti in servizio, «ha cercato di aggrapparsi al binario, mentre chiedeva disperatamente aiuto». Intorno alla giovane si accalcano agenti della polizia ferroviaria, vigili del fuoco, equipaggio del 118. Racconta una dipendente del bar della stazione: «Ho sentito gridate “Aiutatemi”, “Aiutatemi”, un urlo straziante». Le forze dell’ordine non rendono noto il suo nome, di lei si sa che è studentessa e che frequenta una scuola di danza. Giuseppe Calderaro, comandante della polizia ferroviaria di Novara, raccoglie le testimonianze e cerca di fare il punto sull’accaduto. «Non escludiamo nulla al momento - dice - stiamo valutando tutte le ipotesi». Potrebbe essere scivolata accidentalmente, aver commesso un’imprudenza o essersi lasciata cadere. Secondo le testimonianze raccolte, la ragazza non era ferma sul tratto di binario corrispondente alla fermata del locomotore in stazione. Il macchinista l’avrebbe vista. «Il treno rallenta - dicono gli agenti della polizia ferroviaria - se la ragazza fosse stata ferma in testa al binario, sarebbe stato possibile fare manovra». La ragazza avrebbe potuto essere ferma, per motivi ancora da chiarire, all’ingresso della banchina. Questa sembra l’ipotesi più probabile, dato che lungo il percorso nessuno l’aveva notata. Si lavora a diverse ipotesi: il tentativo di suicidio, ad esempio, seguito da un ripensamento. Questo spiegherebbe la dinamica del ritrovamento, il corpo agganciato alla parte inferiore del convoglio. Non si esclude nemmeno che la giovane, camminando lungo il binario, abbia superato la riga gialla, il limite invalicabile per i passeggeri, soprattutto nel caso dell’arrivo del treno. Potrebbe essere stata vittima dello spostamento dell’aria causato dal treno. Davanti alla porta della Rianimazione, all’ospedale Maggiore di Novara, ieri pomeriggio c’erano i parenti, chiusi in un doloroso silenzio, in attesa del bollettino medico.


La direzione di Rfi: «Oggi nulla è lasciato al caso le regole sono precise»
Da Rfi, Rete Ferroviaria Italiana, arrivano le raccomandazioni in merito alle norme che si devono osservare nelle stazioni ferroviarie. «I viaggiatori - dicono all’Ufficio relazioni esterne dell’azienda - devono attenersi alle norme che sono ormai in vigore da anni e che sono il frutto di un attento studio della sicurezza dei passeggeri. Da parecchio tempo nelle stazioni ferroviarie gli altoparlanti annunciano ripetutamente l’arrivo dei treni e il binario interessato, invitando i viaggiatori a prestare attenzione al convoglio che si sta fermando o che è in transito. La sicurezza sognifica anche la linea gialla che indica il limite massimo per i viaggiatori. Oggi nulla è lasciato al caso, ci sono misure di sicurezza tali che sono atte a prevenire ogni possibile incidente. Paradossalmente oggi nulla è più sicuro della stazione ferroviaria. I binari sono meno rischiosi dei marciapiedi della strada, dove la sicurezza viene messa a repentaglio per divesi motivi. Diverso però è il caso del suicidio: qui entrano in campo delle variabili che nessuna misura di sicurezza può prevedere».

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