<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>

Data di pubblicazione:06/07/2008
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Treni per il mare, la grande beffa
Testo dell’articolo:TORINO - Non sono aumentati. Sono diminuiti. E si continua a viaggiare in piedi. Non sono nemmeno puntuali: il ritardo è quasi una costante. Però sono più cari, in barba alle promesse di un anno fa. I torinesi in fuga dalla calura sulle spiagge della Riviera se ne sono accorti: viaggiare in treno continua a somigliare a un pellegrinaggio più che a una gita. Viaggi della speranza da tre, quattro o anche cinque ore. Sudore e imprecazioni, carrozze che tracimano, borsoni e valigie che nessuno sa più dove accatastare.

Un anno fa, dopo le proteste dei viaggiatori e le insistenze della Regione, le Ferrovie si erano impegnate a tamponare le falle. Il risultato? Ieri da Torino sono partiti quattordici treni diretti a Ventimiglia; domani ne partiranno quindici. A luglio del 2007, sempre nei fine settimana, i convogli erano diciotto. I viaggi diretti - senza scalo a Savona o Genova - restano tre. Come l’anno scorso. E le tappe restano venti per chi deve raggiungere, ad esempio, Alassio. Morale: tre ore e mezza - se va bene - imbottigliati. Quanto servirebbe per arrivare a Rimini. Con la differenza che la Riviera romagnola dista da Torino tre volte tanto.

Sulla Riviera di Levante la situazione non sembra più rosea: i treni sono passati da venti a diciannove. Sono aumentati i diretti ma le fermate restano un’infinità per chi va a Santa Margherita o Rapallo.

Solo un dettaglio è stato ritoccato verso l’alto: i prezzi. Il fine settimana sulle spiagge liguri, che soltanto un anno fa costava 18,80 euro (andata e ritorno) oggi ne costa venti. Il sette per cento in più, frutto di due ritocchi nel giro di pochi mesi. Vale per i treni regionali, i più lenti, quelli che fermano ovunque, compresi paesini sull’Appennino come Saliceto (1500 abitanti) e Magliano (2 mila). Con gli Intercity i rincari lievitano: da 10,50 euro si è passati a 14,25; da 13,70 a 16,50; infine da 20 a 25,40.

Soltanto le tariffe sembrano cambiate negli ultimi dodici mesi, nonostante gli impegni concordati: linea ferroviaria potenziata, treni con più carrozze e nuovo orario con più corse e qualche «rapido», non solo in estate, ma in tutti i periodi «caldi». Promesse cadute nel vuoto, con un’unica eccezione: la domenica. Per i forzati della spiaggia - quelli da sette ore di treno e sei di spiaggia - qualcosa è cambiato: sei treni tra le sei e le nove del mattino per Ventimiglia, di cui tre diretti. Nessun cambio, né a Savona né a Genova. Restano le fatiche di un viaggio infinito. Per tutti o quasi. La differenza sta in quel «rapido» piazzato alle sei e un quarto del mattino. Arriva ad Alassio in «sole» tre ore e dodici fermate anziché tre ore e venti con venti fermate. «Abbiamo predisposto un piano per l’estate con 4 convogli in più all’andata e 4 al ritorno», spiegano le Ferrovie piemontesi. «Un ulteriore treno sarà aggiunto il sabato a inizio agosto».

Basta? Secondo i vacanzieri no. E nemmeno per l’assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli: «Si vede che non sono riusciti a fare di meglio», commenta. E aggiunge: «Fin quando non si investirà in maniera massiccia, le Ferrovie non saranno in grado di offrire un servizio migliore. C’è un problema drammatico che riguarda i convogli». La Finanziaria 2008 aveva stanziato tredici milioni di euro per l’acquisto di nuovi treni in Piemonte. Il nuovo governo ha bloccato tutto per coprire il taglio dell’Ici. «Non dico che quel finanziamento avrebbe risolto problemi che sono strutturali - spiega Borioli -. È però indiscutibile che le Regioni, oggi, continuano a percepire dallo Stato gli stessi rimborsi del 1997».

Mancano i treni, insomma. E quelli che ci sono sono vecchi e spesso mal tenuti. La situazione, che è critica, non sembra potersi risolvere soltanto sul piano organizzativo. «Ci siamo sforzati di offrire il servizio più adeguato possibile» ammettono le Ferrovie piemontesi. «Restano vistose carenze sul fronte della pulizia dei convogli», fa notare Borioli. Che chiude così: «Troppi lacci e lacciuoli rendono difficile adottare misure innovative, non ultime le resistenze sindacali. Dobbiamo arrivare, con opportuni finanziamenti, a inserire nel prossimo contratto un capitolo sui treni per il mare. A costo di farlo pagare un po’ di più».

<< Notizia precedente - Clicca qui per chiudere questa finestra - Notizia successiva >>




Per visualizzare una news, è sufficiente selezionarne il titolo nel riquadro qui sotto:

Visualizzatore news sviluppato dal Comitato spontaneo Pendolari Bra ed Alba - www.pendolaribra.it - www.pendolaribra.altervista.org - pendolaribra@tiscali.it