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Data di pubblicazione:15/07/2008
Fonte:Repubblica
Titolo dell’articolo:Addio all’orario su carta, le ferrovie tedesche si adeguano
Testo dell’articolo:BERLINO - Addio, caro vecchio orario ferroviario cartaceo, addio simbolo antico dell’affidabilità, della precisione e magari del divertente puntiglio made in Germany. Deutsche Bahn, le ferrovie federali tedesche, hanno deciso di non pubblicarlo più. A dicembre ne uscirà l’ultima edizione aggiornata, poi basta, si volta pagina. Chiunque vorrà (privati, agenzie di viaggio, aziende) consultarlo, potrà farlo solo su internet, sul sito di Deutsche Bahn, oppure comprando a poco prezzo in stazione o in edicola un cd con tutti i collegamenti. In Italia sono in ribasso anche le guide a pagamento, le ferrovie ne distribuiscono su carta uno ridotto per motivi promozionali. Il resto è tutto online.

In Germania è un’epoca che si chiude, ricordi e abitudini da piccolo mondo antico. Tanto che l’illustre quotidiano liberalconservatore Frankfurter Allgemeine ha affidato nientemeno che a Hans Magnus Enzensberger, uno dei massimi intellettuali europei, il compito di scrivere un necrologio-ricordo del Kursbuch, appunto l’orario dei treni di Germania.

Si chiude un’epoca lunga, dall’alba della rivoluzione industriale tedesca voluta da Bismarck e dal Kaiser alle due guerre mondiali, attraverso l’Olocausto, le rivoluzioni, mille tragedie della vecchia Europa. La prima edizione del Kursbuch uscì nel 1845. E fu complicato, perché la Germania non era ancora unita.

Ci pensarono soprattutto i dirigenti della Koeniglich-Preussische Eisenbahn Verwaltung, l’amministrazione reale delle ferrovie prussiane. In contatto epistolare, con l’aiuto di postiglioni e messi a cavallo, con i colleghi delle ferrovie bavaresi, del Baden, e degli altri Stati. Poi venne la guerra d’indipendenza, la prima unità nazionale, con la Prussia con un ruolo simile a quello che il Piemonte ebbe da noi.

L’Impero si lanciò in un piano di costruzione accelerata di linee per unire il paese. E le veloci locomotive a vapore BR17 del prussianissimo ingegner Garbe sfrecciavano in poche ore (ad allora astronomici 120-130 orari) da Berlino a Colonia, da Monaco ad Amburgo. Un segno della vocazione multiculturale di allora: l’orario era offerto anche in francese, russo, polacco e yiddish.

Venne Hitler, le lingue straniere sparirono, la svastica comparve sul Kursbuch. Poi la guerra, l’apocalisse, l’anno zero. Ma Konrad Adenauer, padre fondatore della democrazia di Bonn, pensò in fretta a una riedizione, anche se in versione minima visti i pochi binari intatti.

Gli F-Zuege, i treni corti ma veloci e comodi trainati dalle elegantissime vaporiere BR 03 blu scuro, trasportavano commessi viaggiatori, rappresentanti di ditte e imprenditori, da un angolo all’altro della Germania ovest. Con la scomodità di esibire documenti e affrontare controlli nell’immediato dopoguerra tra una zona d’occupazione alleata e l’altra, grazie all’orario cartaceo quei viaggiatori stakhanovisti del capitalismo furono il vettore del boom sostenuto dal Piano Marshall.

Chi non aveva titoli di viaggio motivati da esigenze economiche non poteva così facilmente viaggiare da una zona d’occupazione e l’altra, e meno che mai poteva ottenere facilmente (un tedesco, un nemico di ieri!) visti per i paesi vicini.

Allora c’era chi come il padre di Enzensberger (lo racconta l’intellettuale nell’articolo) si consolava in un lungo viaggio virtuale, second life ferroviaria ante litteram decenni prima di internet: si divertiva, Enzensberger senior, a leggere il Kursbuch e a immaginarsi di viaggiare grazie alle sue precise indicazioni di coincidenze in ogni angolo del mondo tornato in pace.

Poi passarono i decenni. Il Kursbuch è sopravvissuto a molte sfide: il passaggio in massa alla trazione elettrica, la concorrenza dell’aereo e dell’auto privata, l’alta velocità. Non ce l’ha fatta a sopravvivere alla rete. La Germania del resto è uno dei pochi paesi europei che abbia una densità di internet per abitante superiore a quella italiana. Sempre più viaggiatori comprano il biglietto online. Ben presto, forse, gli ultimi esemplari della prossima ultima edizione dell’orario cartaceo diverranno oggetti da collezione, quasi come i modellini in scala che riproducono quelle care vaporiere del Kaiser.

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