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Data di pubblicazione:25/07/2008
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Ceva-Bra, le Fs chiedono 1,2 milioni
Testo dell’articolo:MONCHIERO - Un’offerta secca da 1 milione e 200 mila euro è la contropartita con cui le Ferrovie dello Stato intendono chiudere il cerchio della vicenda della linea Ceva-Bra, croce e delizia di tanti amministratori locali, da quando l’alluvione del novembre 1994 la mise definitivamente fuori uso. Risultato? Un ramo improduttivo del sistema ferroviario lungo 35 km, che non vede un treno da 14 anni e conta all’attivo una dote di 25 fabbricati, 7 Stazioni dismesse e una decina di ponti che sbucano nel nulla. Un progetto, risalente al 2002, vorrebbe ripristinare il tracciato trasformandolo in pista ciclabile, ma dal dire al fare ci si era messa di mezzo finora una cifra stratosferica, 15 milioni di euro, che le Ferrovie mettevano sul piatto per poter cedere la linea. A sorpresa, ieri mattina a Monchiero, nella riunione indetta dal sindaco Giovanni Bottino e dall’ex consigliere provinciale Marco Botto, insieme ai primi cittadini dei Comuni di Carrù, Narzole, Novello, Castellino Tanaro, Bastia, Clavesana, Farigliano, il «muro contro muro» tra tecnici delle Fs e politici locali ha lasciato spazio alla trattativa. Vincenzo Lombardi è responsabile dei Servizi immobiliari Fs: «Per consentire l’utilizzo della linea, vi veniamo incontro modificando l’offerta iniziale: non più una vendita pura, ma un diritto di superficie che ci consente di passare dai 15 milioni di euro di ieri all’1 e 200 mila di oggi». Sull’importanza dell’incontro interviene Giovanni Bottino, primo cittadino di Monchiero: «Per una strana coincidenza di date, proprio il 24 luglio 2002, come consigliere provinciale, ho indetto la prima riunione per trasformare la Ceva-Bra in ciclabile. Sarà perché sono sindaco di un paese tagliato in due dal sedime ferroviario dismesso o perché i miei due nonni erano ferrovieri, ma questa questione per me è una priorità morale». Con lui, l’altra memoria storica del destino della Ceva-Bra, l’ex consigliere provinciale Marco Botto: «Stiamo parlando di un’opera dal grande valore storico-architettonico per la presenza di ponti e infrastrutture e di un percorso di fascino paesaggistico e ambientale che vogliamo valorizzare con un progetto ciclo-pedonale ambizioso, creazione di posti tappa, ristoranti, attingendo poi a una parte del sedime per eventuali rettifiche stradali lungo il Tanaro». All’assessore provinciale al Turismo, Federico Gregorio, il compito di farsi portavoce delle istanze dei sindaci dei Comuni in Regione: «Ci rivedremo qui a Monchiero il 10 settembre, data in cui conto di far presenziare anche l’assessore regionale ai Trasporti, affinché la Regione si faccia da tramite per il progetto di acquisizione e ripristino dell’intero sito».
Vincenzo Lombardi, responsabile Fs Polo Territoriale di Torino: «Siamo sulla strada giusta: cedere non più la proprietà ma il diritto di superficie».

Forum: «Deve diventare linea turistica»
In 4 mesi, 13 mila «contatti» e 30 pagine di discussioni: un gruppo di appassionati di treni si confronta su un forum del sito www.solotreni.net, per riportare il turismo in Langa sui binari, «riarmando» la linea Bra-Ceva con un trenino turistico. Uno degli animatori delle discussioni è Piero Canobbio, che spiega: «La Bra-Ceva potrebbe essere ripristinata fino a Bastia: manca solo il ponte a Farigliano, abbattuto dopo l’alluvione del 94. La nostra è una proposta di appassionati, ma c’è dell’altro. “Mondovicino” vorrebbe utilizzare un trenino su gomma per i clienti, ci sono finanziamenti regionali per il ripristino delle vecchie linee e la candidatura Unesco per le Langhe implicherà progetti di riqualificazione della rete locale. Ci sono le premesse per realizzare un trenino turistico della Langa o avere un “autozug” come ad Alessandria».

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