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Data di pubblicazione:27/07/2008
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Disagi e ritardi: i pendolari urlano per essere ascoltati
Testo dell’articolo:La prima seduta è fissata per domani pomeriggio, annunciata dall’assessorato di Daniele Borioli che parla di «cambiamento radicale nel modo di trattare i temi del trasporto pubblico locale». Una speranza? Una promessa? Certo, chi pensa a un incontro per fare due chiacchiere in amicizia, potrebbe restare deluso. Non ci sarà spazio per le pacche sulle spalle nella prima seduta del Forum piemontese dei pendolari. I comitati, una trentina tra grandi e piccoli, sono pronti a dettare le loro condizioni alla Regione. Senza troppi convenevoli. Altrimenti abbandoneranno il tavolo e tanti saluti. Due le richieste principali alla giunta Bresso: la riduzione del rimborso chilometrico a Trenitalia se non rimetterà in pista convogli abbastanza lunghi per far accomodare tutti i passeggeri, e poi la compilazione di una carta dei diritti dove sia scritto, nero su bianco, che le interminabili attese sui binari, in caso di soppressione di una corsa, non esisteranno più. Insomma, valga il principio del chi sbaglia, deve rimediare.
«Faremo parte del Forum a condizione che si porti a casa un risultato - conferma Cesare Carbonari del Comitato Torino-Milano -; se invece la Regione pensa di scaricarci i problemi che lei dovrebbe risolvere, coinvolgendoci in un progetto destinato a non portare a nulla di concreto, beh, la cosa non ci interessa ». Alla vigilia del Forum, il tam tam tra un comitato e l’altro si è infittito. E a sentire Carbonari, la maggior parte ha sposato la linea dura. Non da oggi, serpeggia il dubbio che quel Forum sia uno stratagemma per neutralizzare l’ala dura del fronte di protesta creato dai viaggiatori.
Nella nota, l’assessorato definisce l’organismo «comitato unico dei pendolari»; ne faranno parte anche le associazioni dei disabili e dei consumatori, le rappresentanze sindacali e Legambiente. Comitato unico finirà, col tempo, per significare anche «interlocutore unico»?
«Ci hanno chiesto di costituirci in vere e proprie associazioni - rivela Carbonari -, ma noi non abbiamo soldi da spendere per darci un abito giuridico, siamo comitati spontanei, ci occupiamo di determinate problematiche in modo volontaristico e non intendiamo farlo diventare un lavoro». Borioli, dal canto suo, dichiara nobili intenzioni: «Fino a oggi sono stati sempre fatti incontri “a zone” in cui i soli comitati dei pendolari discutevano con Regione e Ferrovie degli orari. Ora - spiega - si moltiplicano i canali di partecipazione e l’assemblea potrà decidere di istituire, con Regione e Ferrovie, tavoli di confronto adhoc su diversi argomenti. Penso all’accessibilità e alla pulizia, ma anche a meccanismi di tutela dell’utente. Lunedì (domani, ndr) sarà l’occasione per avviare il confronto e iniziare a lavorare: per prima cosa dovremo eleggere un presidente della consulta che sia rappresentativo delle diverse esigenze e darci delle scadenze».
Più che a scadenze, i pendolari stanno pensando a ultimatum. «La Regione paga otto euro per ogni chilometro percorso, soldi ai quali si aggiungono i ricavi dei biglietti e degli abbonamenti che Trenitalia incassa. Con la scusa della riduzione del personale - è la tesi di Carbonari -, l’azienda ha cominciato a ridurre anche le carrozze dei treni regionali, ad accorciarli insomma, e ha ridistribuito il materiale rotabile, riorganizzando i turni, per aumentare le corse. Risultato: più treni, più rimborsi chilometrici. Ma la gente viaggia in piedi e il materiale è sempre lo stesso, obsoleto e inadeguato il più delle volte. La Regione avrebbe già dovuto intervenire e invece non lo ha fatto». Così i pendolari le chiederanno di rimediare e al più presto, seguendo l’esempio dell’Emilia Romagna, dove la riduzione dei posti a sedere ha comportato anche una minore iniezione di risorse nei confronti delle Ferrovie.
«Altra questione da chiarire subito sono le garanzie riservate a chi viaggia per lavoro o per studio - prosegue Carbonari -: se nelle fasce orarie più critiche, 6-9, 13-15 e 18-21 un treno regionale viene soppresso per un guasto o per un ritardo grave, gli Intercity e gli Intercity plus, pur se di categoria superiore, debbono avere l’obbligo di fermarsi in tutte le stazioni a raccoglier ei pendolari. Questo è un diritto irrinunciabile, che deve essere scritto in una apposita Carta».
La richiesta potrebbe essere una delle clausole da porre al rinnovo del contratto tra Regione e Trenitalia, che avverrà entro l’anno. In vista di quella data l’azienda non intende raccogliere le provocazioni. «La Regione è il nostro committente - fanno sapere dall’ufficio stampa -, per avere più servizi basta firmare un contratto ad hoc e sostenere i relativi costi. Anche a noi interessa migliorare, ma tutto avviene compatibilmente con le risorse disponibili». E chi vuole di più, paghi di più.

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