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Data di pubblicazione:17/10/2008
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:“La prenotazione obbligatoria non garantisce il posto in treno”
Testo dell’articolo:È veramente complicato il rapporto fra Trenitalia e la sua clientela. Quanto ci racconta la lettrice Paola Leggero è un’altra, incredibile, novità: «Sabato 11 ottobre acquisto un biglietto Torino-Venezia pagandolo 36 euro trattandosi di un IC plus con prenotazione obbligatoria ed il numero di posto mi viene regolarmente indicato sul biglietto. Domenica 12 ottobre acquisto un biglietto Venezia-Torino pago 36 euro trattandosi di identico Ic plus con prenotazione obbligatoria, peccato scoprire sul biglietto la dicitura “posto non garantito”: quindi in passato il posto era garantito pagando un costo aggiuntivo, adesso se l’IC è definito plus, la prenotazione del posto si paga comunque ma il posto non viene dato! «Non solo, sulle vetture non vengono più indicati, come in passato, i posti e le tratte prenotate, creando così un notevole disagio tra i viaggiatori “prenotati" e quelli “prenotati ma senza assegnazione del posto” che, pagando il medesimo costo per il biglietto, si trovano a dover vagare di vettura in vettura allorquando una volta trovato un posto vuoto arriva il prenotante con numero assegnato». Trenitalia replica: «Sui treni a prenotazione obbligatoria ora vengono messi a disposizione dei viaggiatori anche 15 biglietti per carrozza che consentono l’accesso al treno, ma non garantiscono il posto a sedere. Tale tipo di biglietto ci è stato fortemente richiesto dai clienti, perché permette loro di partire con il treno prescelto e spesso di trovare ugualmente posto, anche quando la disponibilità sembra terminata, grazie alle rinunce e ai cambi di prenotazione dell’ultima ora».
In altre parole si tratta di una trasposizione ferroviaria del fenomeno dell’overbooking, purtroppo assai diffuso fra le compagnie aeree. 15 posti venduti in più per ogni carrozza appaiono inoltre tantissimi, sicuramente in grado di provocare molti guai a chi viaggia. Per Trenitalia è un favore alla clientela, per noi un sistema per fare cassa e per far nascere incomprensioni e litigi.

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