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Data di pubblicazione:15/11/2008
Fonte:TargatoCN.it
Titolo dell’articolo:Il Metrò ai piedi delle Alpi: un libro sui treni dimenticati
Testo dell’articolo:C’era una volta una rete ferroviaria che serviva in modo capillare il territorio della provincia di Cuneo, consentendo a lavoratori, viaggiatori e merci di raggiungere le destinazioni più ‘oscure’. Una realtà che ha cessato di esistere negli anni ’80 ed è oggi un patrimonio storico da cui trarre utili spunti ed indicazioni per progettare il futuro del trasporto locale. Fresco di stampa, è in vendita nelle migliori librerie ‘Il metrò ai piedi delle Alpi’, scritto da Claudio Campana ed edito da Edizioni Grandapress di Cuneo. Per presentare la pubblicazione non si può fare a meno di partire dalla storia del suo autore. Avvocato 41enne nato a Pinerolo, Claudio Campana, attuale Sindaco di Robilante, è figlio di un tecnico delle ferrovie in pensione. Fino a 6 anni ha abitato con la famiglia il “casello 10” di via Santa Maria a Vigone, dove lo sferragliare delle vaporiere ed il lento transito delle littorine scandivano i tempi delle sue giornate. Dai ricordi d’infanzia parte un’analisi accurata della storia della linea ferroviaria Airasca-Saluzzo-Cuneo, percorsa per l’ultima volta da un locomotore e dai suoi vagoni il 31 dicembre 1985. Quelle che prima erano strutture ‘vive’ con stazioni e caselli, ognuno abitato da una famiglia, oggi accusano il peso del degrado. I locali sono stati svuotati da ogni arredo e funzione. I binari tra Moretta ed Airasca sono stati addirittura divelti. Le sterpaglie proliferano al cospetto dei segnali arrugginiti. Eppure, alla base della costruzione di quella linea ferroviaria, nella seconda metà dell’800 vi furono ragioni strategiche ed economiche, portate avanti non senza fatica dalla classe politica cuneese, un po’ come oggi avviene per il completamento dell’Asti-Cuneo o il raddoppio del tunnel di Tenda. Idea fondante della linea, ribattezzata ‘ferrovia pedemontana’, fu, come ricorda Campana, il collegamento di due realtà economiche e commerciali rilevanti come l’industrializzato Pinerolese e la fertile pianura cuneese e saluzzese. Un asse ferroviario importante anche dal punto di vista militare, data la sua vicinanza alla frontiera e che si pensò di includere nel collegamento ferroviario internazionale Nizza-Ginevra.

Nel libro, dedicato nella sua prima parte alla Airasca-Saluzzo-Cuneo, c’è spazio per un approfondimento sulle diramazioni che portavano a Busca, Dronero, Moretta Cavallermaggiore, Savigliano e per le altre linee “dimenticate” della Granda: la Bra-Ceva, la Bricherasio-Barge, la Cuneo Gesso-Borgo S.Dalmazzo e la Mondovì-Bastia. Una rete di collegamenti capillare che giustifica la definizione di ‘metrò alle pendici delle Alpi. “Si tratta di un patrimonio importante – spiega nella prefazione al libro l’assessore regionale ai Trasporti Daniele Borioli – che potrebbe rappresentare, debitamente valorizzato ed attentamente amministrato, una risposta adeguata alle moderne necessità di trasporto, oltre che costituire un’opportunità di sviluppo del turismo sul territorio”. Dello stesso avviso è l’autore Claudio Campana che, nell’introduzione, rivela come uno degli scopi del libro sia proprio quello di “indurre il lettore a riflettere sui motivi che hanno ‘giustificato’ la soppressione di alcuni tratti ferroviari con uno sguardo alle prospettive per quanto ancora rimane, soprattutto alla luce dei sempre più pressanti problemi inerenti al traffico su gomma”.

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