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Data di pubblicazione:18/11/2008
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Fs: pendolari a rischio se le Regioni non coprono i costi
Testo dell’articolo:Le Ferrovie lanciano l’allarme pendolari: se i soldi delle regioni non coprono i costi, difficile aumentare i servizi. Mentre l’Italia vara la trasformazione del trasporto su rotaia all’insegna dell’alta velocità, per i cosiddetti «servizi universali» occorre uno sforzo maggiore dagli enti statali. Sul punto l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, è chiarissimo: «Occorre scegliere: o si continua ad avere servizi così così oppure si fa il salto e si chiede un maggior contributo». Nel corso della «Conferenza nazionale infrastrutture e industria ferroviaria», ieri a Pistoia - presenti tra gli altri il ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, l’ad di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini, Gaetano Micciché, a capo della divisione corporate di Intesa Sanpaolo, Riccardo Varaldo, presidente della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, e Oliviero Baccelli, vicedirettore del Certet-Bocconi, il presidente di Confindustria Pistoia Giuseppe Oriana - Moretti spiega: «Con 11 centesimi di euro per passeggero al chilometro non posso dare lo stesso servizio che la Svizzera dà con 27. Se io avessi i soldi che vengono fuori dal servizio locale per Ffs, con 450 milioni di oneri finanziari, avrei 800 milioni di utile». E invece questo 2008 si chiuderà con un risultato di conto economico «pari a zero». Il punto è che un settore come quello ferroviario sempre più orientato al mercato, in vista della liberalizzazione prevista entro il 2010, rivolgerà le sue attenzioni soprattutto su alta velocità e merci. Per questo Moretti parla di «miopia» di chi si ostina a «tenere tariffe e contributi bassi» per le tratte minori. «Se i costi non vengono coperti l’impresa non può reggere» con possibili tagli dei servizi. Guardando ai futuri concorrenti in un mercato liberalizzato, Moretti commenta così: «L’iniziativa di Ntv è molto interessante, nuova, ma rimarrà interessante se resterà il gruppo di imprenditori a mettere i denari, e non le banche». Le Ferrovie guardano poi ai nuovi 50 treni, per cui entro l’anno verrà lanciata una gara che l’ad avrebbe preferito evitare. Si punta a «creare un modello che faccia da riferimento, il più bel treno del mondo». Ovvio che l’ad propenda per «l’industria nazionale» che «come è oggi leader nella tecnologia infrastrutturale».. Lì accanto Guarguaglini accetta la sfida («Mi aspetto di vincere la gara», scherza) e punta a che la controllata AnsaldoBreda, già alleata con la canadese Bombardier, «diventi un vero partner delle Ferrovie italiane». Secondo il top manager di Finmeccanica proprio le infrastrutture sono «la prima occasione» per un rilancio dell’economia. Matteoli gli risponde a stretto giro, ricordando i 16,6 miliardi già stanziati per il 2009 per infrastrutture che «partiranno entro sei mesi».

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