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Data di pubblicazione:18/11/2008
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Entusiasmo per i 10 mila turisti saliti domenica con il treno
Testo dell’articolo:Il delirio. Oltre 10 mila persone sono salite a Ceres in una sola giornata, in occasione della riapertura della linea ferroviaria Torino-Ceres, dopo quindici anni di stop. Doveva essere una festa, e festa è stata, superando tutte le aspettative. Qualche dato? Il gruppo alpini di Ceres e la Pro Loco hanno arrostito oltre un quintale di castagne, servito più di 400 litri di vin brulè, altrettanti di vino rosso e 4 mila porzioni di polenta e spezzatino. I commercianti del paese hanno esaurito tutte le scorte a disposizione. «Ad un certo punto mio suocero è stato costretto a racimolare anche gli ultimi 25 chilogrammi di pane – racconta Gianluca Lubello, della pasticceria-panetteria “Paire” di frazione Cesale di Ceres -. Sono finiti in un attimo. Mai visto una cosa del genere». Già, folla mai vista. Il giorno dopo, in quello che viene chiamato «il giardino delle Valli di Lanzo», la gente parla della marea umana che si è riversata a Ceres come «una grande boccata di ossigeno per la nostra economia». «Di solito consumo mezzo chilogrammo di caffè al giorno, con i clienti abituali – puntualizza Barbara Cornetto, da un anno dietro al bancone del bar “Il timido ubriaco”, sulla piazza principale di Ceres -. Domenica abbiamo esaurito almeno 6 chilogrammi di caffè, abbiamo finito tutti i toast e tutti i panini. Siamo stati costretti ad abbassare la serranda alle 19.30, ma avremo potuto continuare a lavorare tranquillamente». Giuseppe Tasca, il capo gruppo degli Alpini di Ceres, e Davide Eboli, sono ancora impegnati a rimettere tutto in sesto il giorno dopo la grande invasione. «Diciamo che ci ha favorito anche la giornata splendida, non spirava un filo d’aria e, fino alle 17, la gente è rimasta qui tranquilla, non voleva più andarsene – dicono -. Noi avevamo previsto di servire 1500-2000 polente, invece abbiamo dovuto raccattare farina dappertutto, girando polenta fino a sera. Ci dispiace per tutti quelli che non siamo riusciti ad accontentare». Persone che sono rimaste in piedi sui vagoni, pigiate come acciughe. Quelle che sono salite fino a Ceres gratuitamente e altrettanto gratis hanno mangiato, che hanno fatto ore di treno, ma che non vogliono lasciare il nome e cognome: «Perché è meglio di no, sa com’è». Il contraccolpo dell’esodo in massa ha lasciato strascichi in tutta la valle. «Ho servito il doppio dei pranzi, senza contare i toast e i panini – dice Marco Bricca, dell’elegante Bar Montecarlo, che si affaccia sulla fermata di Lanzo -. I turisti si sono seduti ai tavoli fino alle 15.30, è stato un successo clamoroso». Il riassunto della giornata è che tutti vorrebbero dei treni speciali verso le valli. «Su questo punto stiamo ragionando insieme al presidente della Provincia Antonio Saitta – ammette Giancarlo Guiati, il presidente di Gtt che, per contrastare l’emergenza ha istituito 20 treni speciali e ha aggiunto delle altre carrozze per arrivare a trasportare 900 passeggeri alla volta -. Ci è spiaciuto che domenica si siano verificati dei disagi, ma quando si deve gestire una massa del genere è inevitabile».

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