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Data di pubblicazione:14/12/2008
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:L’obiettivo di Trenitalia «Puntiamo al 60% dei viaggiatori tra Milano e Roma»
Testo dell’articolo:Milano-Bologna in 65 minuti, al ritorno addirittura 59. Il nuovo corso dell’Alta Velocità, «il sogno che si può realizzare», «il servizio di metropolitana veloce tra i poli italiani» come lo definisce l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, è cominciato ieri. Per partecipare si mettono tutti in fila, politici, manager, gente meno famosa ma introdotta, perfino una scolaresca dell’Itis Mattei di San Donato. A lato dei cordoni arrivano pure i contestatori: sono pendolari, sindacalisti di base, qualche No Tav. E alcuni ragazzi urlano: «Vergogna! No al treno per i ricchi!». Arrivano i politici: in testa il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il commissario Ue ai Trasporti Antonio Tajani, il sindaco di Milano Letizia Moratti, il governatore lombardo Roberto Formigoni. Berlusconi si fa vivo al telefono per complimentarsi con Moretti: «E’ una realizzazione eccezionale che dà grande ottimismo. È un segnale importante che ci fa ben sperare per il futuro del Paese». A Bologna sarà un capostazione inusuale, il sindaco Sergio Cofferati, a far ripartire il Frecciarossa con tanto di cappellino rosso e paletta. In mezzo ai molti manager chiamati a battezzare l’Alta Velocità che da oggi permetterà di raggiungere Roma in tre ore e mezzo ci sono anche soci di Cai, la compagine della nuova Alitalia. L’inaugurazione, del resto, arriva esattamente il giorno dopo il battesimo della compagnia di Colaninno. «E’ un caso - sorride il presidente delle Ferrovie, Innocenzo Cipolletta - fin dall’inizio volevamo dare una data di inizio e fine lavori. E le abbiamo rispettate. Ora però puntiamo ad avere il 60% del mercato del Roma-Milano». Uno come Gilberto Benetton userà il treno o l’aereo per andarsene a Roma? Il manager di Ponzano Veneto se la ride: «Finché abbiamo i nostri aerei di gruppo, non ci sono problemi... Scherzi a parte, Cai o non Cai è un passo avanti per il Paese». Vicino a lui ci sono altri soci della linea aerea: Carlo Toto, ad esempio. Anche Salvatore Ligresti - che passerà il viaggio di ritorno parlando fitto fitto con il senatore Luigi Grillo - socio Cai attraverso Fondiaria-Sai, fa i «complimenti a Moretti per questa opera eccezionale». «Userò entrambi, aerei e treni», si schermisce l’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel, mentre Alessandro Profumo, numero uno di UniCredit accompagnato dalla moglie Sabina, pensa a cosa cambierà con l’Alta Velocità: «Farà una concorrenza formidabile all’aereo. Di certo cambierà di moltissimo la struttura della ricchezza del Paese, soprattutto nelle tratte brevi. Pensiamo a Torino e Milano: con l’alta velocità saranno di fatto una sola città». E poi il treno «è più comodo, si può leggere, lavorare», concorda Carlo Salvatori, numero uno della bolognese Unipol: «Lo userò di sicuro».
Sul treno, terminata una discussione sulla suddivisione dei costi per le tratte regionali con il sindaco Moratti e Moretti, Gianni Letta dà ottima prova del suo ecumenismo, quando gli si chiede una scelta tra treno e aereo per fare la spola tra Milano e Roma. «Una combinazione tra l’uno e l’altro permette di andare e tornare in poche ore. Integrando treno e aereo si può gestire il tempo nel miglior modo possibile. Presto - sottolinea - toccherà a Torino». Il presidente della Consob Lamberto Cardia, tra una chiacchierata e l’altra con Gianmarco Moratti (marito del sindaco di Milano), se la cava così: «Questo treno fa onore all’industria nazionale». Il treno arriva a Milano. Ma un macchinista storico come Ezio Gallori, 70 anni, una vita nelle Fs, non si stupisce: «Ricordo che nel ’39 fu inaugurato l’elettrotreno che portava da Bologna a Milano in 77 minuti». Solo 12 minuti in più del tanto declamato Frecciarossa. Per premurarsi il capostazione fischia un po’ prima. Si parte alle 16 e 17, anziché alle previste 16 e 20. Rosicchiare qualcosa a Milano prima per non dover rincorrere poi, anche se siamo su un supertreno come il Frecciarossa. L’anticipo che alla fine sarà provvidenziale: uno stop di qualche minuto poco dopo Parma, dovuto all’impianto di sicurezza della rete, farà slittare l’arrivo a Bologna di un minuto, ore 17 e 26. Fossero partiti giusti... Il treno per il resto corre veloce, ma a bordo qualcosa che non va la si trova sempre, a voler essere pignoli. I passaggi tra una carrozza e l’altra, ad esempio, non sono automatizzati. Così quando nessuno si ricorda di chiudere a mano le pesanti porte gli spifferi viaggiano a 300 all’ora, come il treno. «Sono porte spezzafuoco - dicono gli uomini delle Ferrovie - si chiudono automaticamente solo in caso di incendio». I bagni, altro bersaglio preferito di chi viaggia in treno: pulizia ok, ma mancano salviettine (almeno nella carrozza 7) e il pulsante dello sciacquone è già scrostato, vittima di una tinteggiatura che lo ha coperto in tutta fretta.
Ma il primo comandamento impartito ieri dall’amministratore delegato Mauro Moretti ai suoi era uno solo: fare bella figura nel gran giorno dell’Alta Velocità di Trenitalia. Sarà anche per questo che dieci minuti prima che arrivino gli illustri ospiti del Frecciarossa, sul grande tabellone che domina la galleria delle partenze della milanese Stazione Centrale tutto diventa perfetto. Sparisce come d’incanto il ritardo mostruoso del treno atteso da Parigi, un’ora e 45 che fin lì faceva brutta mostra di sé; scompaiono i 20 minuti segnati accanto agli arrivi da Albenga, Ginevra, i 10 minuti del Nizza. Troppe telecamere e troppi fotografi: e il ritardo non c’è più. Al ritorno da Bologna, invece, il treno arriva in Centrale addirittura in anticipo. E allora, ecco la trovata: vengono aperte le porte di un vagone alla volta. Prima scendono autorità e vip. Poi i comuni mortali seppure muniti di regolare invito.
E qualcosa non va nemmeno quando Moretti fa fare il giro della stazione rinnovata ai giornalisti che gli sciamano intorno. Come è ovvio tutti saltano sui nuovi tapis roulant che collegano i piani della Centrale e si ferma tutto. «Per ragioni di sicurezza, quando c’è troppo peso si bloccano», spiega Moretti. Chissà cosa succederà nelle ore di punta, quando la ressa dei passeggeri non è da meno di quella dei giornalisti.

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