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Data di pubblicazione:17/01/2009
Fonte:Il Giornale del Piemonte
Titolo dell’articolo:Linea ferroviaria Torino-Milano: i pendolari esasperati si rivolgono alla Procura
Testo dell’articolo:L’iniziativa non ha precedenti,proprio come il tasso di esasperazione che l’ha ispirata.
I pendolari della tratta ferroviaria Torino - Milano, clienti abituali dei dei treni di categoria regionale, hanno bussato alla porta della Procura di Torino per ottenere ragione di quelli che oramai considerano autentici abusi:soppressioni continue delle corse, ritardi e lunghe attese sulle banchine delle stazioni. «Ora basta, qualcuno dovrà rispondere della responsabilità di tenere in scacco ogni giorno migliaia di persone »,hanno detto.E l’azione di lotta è partita.
Ma il fatto nuovo è che l’appello alla magistratura non ha assunto le sembianze del tradizionale esposto,piuttosto somiglia a una catena di Sant’Antonio. Che è partita qualche giorno fa dal Comitato spontaneo dei pendolari della To-Mi, il quale ha deciso di diffondere tra i compagni di viaggio di Torino,Chivasso, Santhià e Vercelli il testo di una email di denuncia, invitando ciascuno a firmarla e inviarla a un apposito indirizzo di posta elettronica che viene «scaricata» direttamente negli uffici del Palazzaccio.
«Ci hanno promesso che queste email diventeranno un dossier e che un magistrato prenderà in mano la vicenda - commenta fiducioso Cesare Carbonari, voce storica del Comitato -. I pendolari sono stanchi di una serie di problemi che da troppo tempo condizionano la loro vita quotidiana in viaggio, come i guasti al materiale rotabile, che uniti alla sempre scarsa informazione rendono la situazione allucinante.
Alla Procura si chiede di verificare le reali cause delle continue disavventure subite da chi viaggia». L’idea dell’attacco frontale a colpi di email per ottenere l’attenzione dei giudici è maturata a inizio settimana, un giorno che il regionale delle 6.50 da Torino (uno dei più gettonati da chi si muove per ragioni di lavoro e di studio) è stato soppresso da un momento all’altro. I viaggiatori di Chivasso avevano chiesto di far fermare un Intercity in arrivo di lì a poco per essere caricati a bordo e non dover aspettare un’ora il treno successivo,ma,siccome quello è un treno di categoria superiore, ci voleva un dirigente delle Ferrovie disponibile ad affrontare l’iter burocratico per accontentarli. E sembra che nessuno avesse intenzione di prendersi quel mal di pancia.
«C’è stata tensione, i pendolari hanno minacciato di mettersi sui binari, poi la situazione si è sbloccata, ma ogni volta è la stessa storia - s’infervora Carbonari -:le fermate straordinarie degli Intercity o di convogli simili in caso di soppressione dei regionali debbono diventare la prassi ed essere contenute nel contratto che a breve la Regione dovrà firmare con Trenitalia». Un punto sul quale non c’è margine di trattativa, a sentire il Comitato, che comincia a temere possibili degenerazioni delle stesse iniziative spontanee con le quali fino a oggi i pendolari hanno tirato a campare.
«C’è stanchezza e preoccupazione per le continue proteste nelle stazioni da parte di migliaia di cittadini, proteste che potrebbero degenerare in contestazioni incontrollabili delle quali i pendolari non intendono assumersi nessuna responsabilià»,dice a chiare lettere Carbonari. Un messaggio che è stato rivolto anche alla Procura nel testo dell’email di denuncia: «Chiediamo che gli organi competenti, le istituzioni e i vettori interessati analizzino concretamente quanto da troppo tempo sta accadendo su una delle linee più importanti del Nord Italia. Chiediamo che siano trovate le reali cause e che nel più breve tempo possibile la situazione torni sotto controllo di chi è preposto a far sì che il servizio pubblico ferroviario rispetti i parametri stabiliti dai contratti». Pubblico servizio, così va considerato. E grave va giudicata la sua interruzione. Una colpa che, evidentemente, i pendolari vogliono evitare si ribaltata sulle loro spalle.

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