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Data di pubblicazione:24/01/2009
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Biglietterie chiuse e muri imbrattati, resistono solo i bar
Testo dell’articolo:Al capolinea della Canavesana, la ferrovia che collega Pont a Rivarolo e da qui prosegue per Torino, è meglio non aver bisogno di un bagno. Le due toilette sono sempre chiuse a chiave. Ne rimane una, ma è sul lato della fermata dei pullman. Lontano. Vista da qui, dalla stazione di Pont, la tratta che ogni giorno serve i pendolari dell’Alto Canavese ha un brutto biglietto da visita. E dire che questa è una delle fermate più curate: la sala d’aspetto è linda e così la banchina. I binari colorati ricordano che qui, tre anni fa, l’artista Ugo Nespolo festeggiò i cento anni dall’arrivo del primo treno a vapore. Ma il viaggio fino a Rivarolo riserva sorprese ben più sgradite di questa. Basta incollarsi ai finestrini e osservare lo «spettacolo» delle stazioni dimenticate. O ascoltare i racconti dei passeggeri che salgono in carrozza.
«Io prend
o tutte le mattine il treno da Salassa - dice Patrizia Pepe, 24 anni, che lavora dietro al bancone del Bar Binario Uno, il caffè della stazione di Pont - se piove non c’è nemmeno un riparo, nemmeno una sala d’aspetto. E per chi arriva a piedi è un disastro: la strada è una pozzanghera unica». Ma il caso più clamoroso rimane quello di Cuorgnè, la città con la stazione fantasma. L’edificio che svetta al fondo di via Torino lascia ben poco all’immaginazione. Ha porte e finestre sbarrate, non c’è anima viva. I biglietti si acquistano al bar della stazione che ha riaperto da un mese ed è gestito da una famiglia cinese. «Qui intorno è tutto lasciato a se stesso, prima che arrivassimo noi bisognava andare in tabaccheria», indica la titolare, Ye Liyu. Insomma: bar come anima delle stazioni. Come anche a Valperga, dove pure lo stabile è stato ristrutturato di recente «ma - raccontano i passeggeri abituali - non fanno in tempo a ridipingere le pareti della sala d’aspetto che i vandali tornano in azione». E Favria? L’ultima tappa, prima di Rivarolo, non si salva dalle critiche. «Lì almeno c’è lo sportello della biglietteria, ma mai che qualcuno sappia dare un’informazione», si lamenta Roberto Bottero, 33 anni. E poi c’è Rivarolo dove arrivano anche in auto, da Cuorgnè «perché tutti i treni che mi interessano, da Torino, si fermano qui», racconta Veronica Querio, 22 anni, una studentessa universitaria che vive in frazione Priacco. Allarga le braccia: «Sapesse quante persone si lamentano di come sono curate le stazioni della Canavesana». Un esempio? «A Volpiano non funzionano neppure i bagni». Proprio come a Pont, al capolinea. Le fa eco Raffaele Cappo, 19 anni, di Vistrorio, anche lui studente universitario. Scuote il capo e dice: «In generale i treni funzionano e sono nuovi. Ma sapeste com’è desolante per chi paga un biglietto vedere certe stazioni abbandonate a se stesse».

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