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Data di pubblicazione:25/01/2009
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:“Dalle Ferrovie un aumento-ricatto delle tariffe merci”: il nolo di un treno per trasportare container rincarato fino al 60%
Testo dell’articolo:«Sarà paralisi per il settore del trasporto merci su treni e vi sarà un aumento di almeno 3,5 milioni di camion sulle strade». L’allarme arriva dall’Assologistica, il sodalizio che riunisce oltre 250 aziende italiane di terminalisti portuali e interportuali e di imprese di integrazione logistica. Ma è anche una denuncia: contro il Gruppo Fs guidato dall’ad Mauro Moretti, che «ci ha messo sotto ricatto», dice il presidente dell’associazione, Nereu Marcucci (è anche uno degli ad di Contship Italia, il primo operatore portuale italiano). Un passo indietro. Nel giugno scorso, Trenitalia, monopolista del servizio di trazione (gli operatori caricano i container su un treno, che viene noleggiato), chiama le aziende e propone, ottenendolo, un aumento del 20-35% (rispetto al 2007, e per su proiezione triennale) delle tariffe di nolo per l’uso delle tracce ferroviarie. I manager «ingoiano» il rincaro, pari a circa il doppio del prezzo di 5 anni fa per un treno-blocco (equivale ad uno slot aereo: è un convoglio che svolge il trasporto di container in linea continua, per viaggi che hanno solitamente la cadenza minima di uno la settimana). E rivedono gli accordi con i loro clienti.
Alla vigilia di Natale, però, l’ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano, scrive agli operatori. Il tenore della lettera è questo: siccome la società non ha ricevuto fondi dalla Finanziaria, siamo costretti a rivedere ancora le tariffe. Pena la sospensione del servizio, a partire dall’1 febbraio 2009, per chi si dichiarerà indisponibile.
«Siamo andati a Roma. Trenitalia ha proposto un aumento di un ulteriore 40% rispetto a quello già applicato a giugno 2008» spiega Marcucci. Per capire: un treno per il trasporto di container (usualmente 40, ndr.) da Genova a Milano, solo come nolo, nel 2007 costa 2.020 euro a viaggio; nel giugno 2008 la tariffa cresce del 20-35%, a 2.600/2700 euro; a febbraio salirà a 3.200 euro, (+60%). Considerato che una società come Contship Italia noleggia 3400 treni l’anno, il rincaro è notevole. E se si calcola, poi, che le aziende interessate sono centinaia, la botta è ancora più forte.
Le conseguenze? Gli operatori, per lavorare, dovrebbero stornare il nuovo rincaro sui propri clienti. E questo, in un momento di crisi, pare improbabile, salvo eccezioni. Quindi, il rischio sarà quello cessare l’attività. E di far naufragare il trasporto merci su binari, che già oggi è una piccola realtà (l’8%), rispetto a quello su ruote. «Nonostante la politica predichi la riduzione del trasporto delle merci su strada a favore del treno e delle autostrade del mare» dice Marcucci. Il presidente di Assologistica parla di una fase critica. E non risparmia accuse. «Le Ferrovie hanno stracciato i contratti in essere, unilateralmente. E ci hanno imposto un ricatto: prendere o lasciare. O ci accordiamo sugli aumenti, oppure da febbraio è stop ai treni».
Per Marcucci è un «atteggiamento inaccettabile». «Abbiamo compreso, seguito, sostenuto l’opera di risanamento del gruppo decisa da Moretti, nonostante abbia visto la riduzione dei punti di carico merci. Adesso, però, è troppo. E poi, è sempre la solita storia: anziché ridurre i costi, si risana aumentando i ricavi». Senza contare, aggiunge il presidente di Assologistica, «che non si capisce dove voglia andare a parare Moretti: non gli interessano i passeggeri, il cargo: e allora, cosa?».
Gli operatori portuali daranno battaglia. «Alcune aziende hanno già dato mandato ai legali, per mettere in mora le Fs per i contratti in essere» anticipa Marcucci, che lancia un appello al governo: «Si ripropone la questione dei Tir: loro hanno minacciato di bloccare le strade, Trenitalia il trasporto merci».

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