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Data di pubblicazione:13/02/2009
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Convoglio fuori orario, negato rimborso per trenta secondi
Testo dell’articolo:CUNEO - Chiede risarcimento per un ritardo e il bonus non le viene riconosciuto per 30 secondi. Singolare beffa ai danni di una pendolare di Savigliano che, due mesi fa, aveva sporto reclamo a Trenitalia per un disservizio. «Sabato 6 dicembre - racconta Elisa Candela -, ho preso il treno per Trento alle 9,35 a Porta Susa: è arrivato a destinazione venti minuti oltre il previsto. Due giorni dopo, al ritorno, stesso disagio. Visto che il “fuori orario”, nella tratta verso Torino, superava la mezz’ora ho chiesto risarcimento». Il ritardo contestato, per la precisione, è di 33 minuti e mezzo. La pendolare scrive a Trenitalia, la risposta dell’azienda suona beffarda. «Il disservizio - scrive il responsabile Vendita e assistenza della compagnia - è stato determinato da cause non attribuibili a Trenitalia. In particolare, quattro minuti sono stati causati da un evento programmato e preventivamente pubblicizzato presso i consueti canali di informazione alla clientela». Risultato: per 30 secondi, il «residuo» del ritardo - 29 minuti e mezzo - non supera la mezzora, prevista dalla Carta dei servizi per i risarcimenti. Quindi, scuse ufficiali da Trenitalia ma niente rimborso. «Il bonus non viene corrisposto nel caso di ritardo per causa di forza maggiore - spiega Mario Elia, della direzione Relazioni pubbliche delle Fs -. In genere si tratta di lavori di manutenzione delle linee, programmati in precedenza, per i quali vengono esposte locandine anche nelle stazioni di partenza». «I disagi, per chi si reca al lavoro in treno, sono quotidiani - prosegue Elisa Candela -. E, trattandosi di convogli regionali, non abbiamo diritto a chiedere rimborsi. Se arrivo tardi a Torino, sono costretta a utilizzare i permessi». Gennaio è stato fra i mesi peggiori per i passeggeri della Granda. «Ho dovuto prendere il convoglio delle 7,20 da Savigliano per essere in ufficio alle 9. I disservizi delle Ferrovie ci condizionano la vita: se c’è un treno di mezzo, non possiamo programmare niente. Il servizio è inaffidabile, e in caso di ritardo o soppressione di una corsa veniamo informati solo all’ultimo momento».

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