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Data di pubblicazione:10/03/2009
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Ceva-Savona, lo stop
Testo dell’articolo:Ancora autobus al posto dei treni. E ancora disagi per i pendolari. Il piazzale della stazione di Ceva, proprio nel giorno in cui la tabella di marcia Fs prevedeva la riapertura del collegamento chiuso da sei mesi tra Ceva e San Giuseppe, è il solito crocevia di bus sostitutivi da e per Savona. Motivo del ritardo? Il maltempo dei mesi scorsi, dicono dalle Fs, che farà slittare di un mese ancora, fino al 5 aprile, la riapertura del tratto sulla ferrovia Torino-Savona per lavori nella galleria del Belbo tra Sale Langhe e Saliceto. Intanto in Stazione a Ceva sono le 13: è l’ora degli studenti e di tutto il loro disagio, minuto per minuto. Antonella, studentessa di Ragioneria a Ceva, è seduta in fondo al pulmann insieme ad alcuni compagni, tutti di ritorno verso casa, a Cengio: «Per noi alzarci un’ora prima tutte le mattine, alle 6 anziché le 7, vuol dire molto. Aspettavamo da tempo questa data, il 9 marzo, il ritorno alla normalità. Ora siamo solo rassegnati». Questo l’universo su gomma. Sui binari, nel frattempo, il treno delle 13,25 è già pronto per inforcare le rotaie, direzione Torino. A salirci la gente in arrivo dal mare, come Rodrigo Parodi, 20 anni, studente a Torino: «Ho iniziato a viaggiare da ottobre e da allora è sempre la stessa storia: faccio tre cambi per un centinaio di km, da Albenga a Torino. Il più delle volte perdo la coincidenza a Ceva perché l’autobus è in ritardo. Un disagio tutto sommato contenuto per me, ma chi viaggia da più tempo e tutti i giorni racconta cose pazzesche». Vita da pendolari sulla rocambolesca tratta «mari monti» della Torino-Savona: gente abituata a macinare non solo chilometri, ma storie di ordinario disagio e tanta rabbia. «Insegno a Cuneo e vivo a Millesimo, per me spostarmi in treno è un’odissea quotidiana» dice Deborah Fracchia, in arrivo con il diretto Torino-Ceva delle 13,45. «Prima prendevo il treno da Cengio mentre da sei mesi uso la macchina per venire a Ceva, 40 km di autostrada e tanti disagi per riuscire a salire sul treno delle 6,10 o quello delle 6,22. Tutti e due sono stati soppressi tantissime volte tra dicembre e febbraio, ho perso il conto, anche nei giorni in cui non nevicava». Ma la febbre dell’esasperazione sale quando, abbonamento alla mano, racconta dell’ultimo ritocco delle Fs. Un aumento del 10% delle tariffe, a partire da febbraio: «Ci eravamo illusi che ci venissero incontro, almeno non ritoccando i prezzi. E’ stata una beffa». Molti, per dar sfogo all’amarezza, si danno appuntamento via web sulla «Bacheca del Pendolare» del sito della Regione. Ma non tutti resistono: «Trenitalia ha vinto: sono stanco. Troppo stanco. Mi trasferisco a Torino in attesa che la situazione migliori» scriveva Fabio qualche settimana fa.

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