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Data di pubblicazione:12/03/2009
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Pendolari, siete sempre troppo lenti
Testo dell’articolo:Una confidenza e uno sfogo: faccio il giornalista da 32 anni e mai e poi mai avrei pensato di dover assistere a una scena così vergognosa, lontanissima da un minimo di rispetto deontologico: la mancanza assoluta di contraddittorio. Tu fai una domanda, il tuo ospite risponde e l’altro ospite ribatte. Si fa così, in un Paese moderno, non credete? Invece no, a La7 non funziona così: c’è La Gruber, di trequarti per farsi inquadrare meglio, incredibilmente senza pashmina, che sorride a Mauro Moretti, sì proprio lui, il nostro ad di Trenitalia. Lui è un fiume in piena, lei sorride, sorride, lentamente sposta il profilo, adesso vuole il mezzo primo piano. E sorride a una montagna di caz…. sparate dal nostro eroe.

Devo dirvi che tutti i miei direttori, a partire da Ronckey per passare a Levi, poi al mitico Fattori, poi ancora a Scardocchia, Mieli, Mauro, Rossella, Sorgi, fino ad Anselmi, mi avrebbero tagliato le mani per un intervento del genere: io sorrido e l’altro spara e spara. E più passa il tempo e più va già pesante. Una cosa è certa ed evidente: la Lilli Gruber non ne sa una mazza di treni e ferrovie, deve far passare il tempo, fare la primadonna e… tutto va bene, madama la marchesa. Delle Ferrovie non gliene può importare di meno.

Una vergogna senza pari, mai visto niente di simile e da questo momento La7 sparisce dal mio menù televisivo, alla faccia della libertà di stampa (siete come San Tommaso? Accomodatevi: www.la7.it). Non entriamo nel dettaglio, diciamo solo che per Moretti la colpa è (e ti pareva) sempre degli altri: Stato, Regioni, gente che non capisce, pendolari lenti. Che cosa? Pendolari lenti! Avete capito bene? Se i treni arrivano in ritardo la colpa è vostra, nostra, perché non siamo lesti a salire sulle carrozze, pardon, sui vagoni bestiame: un minuto qui, un minuto là e alla fine fanno delle mezze ore.

Mi lasciate spiegare una cosa all’ingegnere e ferroviere Moretti? Non lo insulto, ve lo giuro. Caro Mauro, hai ragione, la colpa è solo nostra, non siamo così rapidi a salire sul treno perché dobbiamo attendere che i nostri simili, saliti la stazione prima, finiscano di trovare un angolo dove cercare un riparo, una specie di loculo e fermarsi. I meno fortunati sono già sotto sale, come le acciughe, stretti-stretti, tra corridoi, cessi puzzolenti e intercapedini. Alla stazione dopo stessa scena, con la differenza che adesso dobbiamo sistemare il secondo strato di acciughe, ma tra uno e l’altro, come ben sai, dobbiamo anche mettersi il sale grosso, altrimenti non si conservano.

Una cosa ancora te la voglio dire, caro ingegnere e ferroviere: ma non ti vergogni? Ma al mattino quando ti guardi allo specchio non ti viene voglia di sputarti in faccia? E dire che eri un sindacalista considerato cazzutto, complimenti. Che cosa non fa il vil denaro. Scusate amici, ma voi che ne pensate?

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