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Data di pubblicazione:04/04/2009
Fonte:La Stampa edizione di Cuneo
Titolo dell’articolo:Monchiero, la Ceva-Bra chiusa dal ‘94. Via delle bici sull’ex ferrovia: pochi fondi, intesa più lontana
Testo dell’articolo:MONCHIERO - «Con l’incontro di oggi torniamo indietro di 10 anni.» Parola di Vincenzo Gianotti, rappresentante «Rfi», la controllata che le Fs hanno messo in campo nella trattativa per la cessione del diritto di superficie per 50 anni della linea dismessa Ceva-Bra, da trasformare in pista ciclabile. Una «fumata nera» secondo gli emissari Rfi, convinti invece che l’incontro di ieri a Monchiero, alla presenza di vertici regionali, provinciali e sindaci dei 9 Comuni interessati, avrebbe messo finalmente il punto ad una vicenda che tiene banco da 15 anni, da quando cioè l’alluvione ’94 mise definitivamente fuori gioco la Ceva-Bra. A distanza di 15 anni quel che ne resta sono 7 Stazioni dismesse, 25 fabbricati e una decina di ponti. Destinazione il nulla. Cosa si aspettavano allora le Rfi? Che si mettesse una volta per tutte sul piatto il milione e 200 mila euro che la Regione si era dichiarata disposta a stanziare. «Non certo che si tornasse a parlare della destinazione d’uso della linea - sbotta Gianotti -. Questa è una questione annosa, che peraltro non ci riguarda. Fatene quel che volete». A tentare di smorzare i toni l’assessore provinciale al Turismo, Federico Gregorio: «Tutti noi vogliamo mandare avanti il progetto e quello di oggi è un punto di partenza, non di involuzione. Ma per realizzare la pista ciclabile si dovranno sborsare non meno di 5 milioni di euro. Prima è dunque prioritario capire come reperire quei fondi». La Regione risponde picche. «I soldi per il sedime ci sono. Per il resto no», dice perentorio Massimo Fadda dell’Assessorato alle Opere pubbliche. Posizioni divergenti anche tra i sindaci. Quello di Rocca Cigliè, Andrea Odello: «Pochi 50 anni di affitto. Perché non ce ne concedete 99, affinché il progetto della pista verde prenda forma?». Levata di scudi del primo cittadino di Castellino Tanaro, Bruno Roà: «La questione va risolta. Iniziamo ad acquistare il sedime e togliere Rfi dalla partita, poi si vedrà». A conclusione del braccio di ferro, una sola certezza. A confermarla, per la Provincia, l’ingegner Enzo Novello: «Ci faremo carico di uno studio di fattibilità sulla destinazione d’uso. Quando sarà pronto potremo saperne qualcosa di più».

Conto alla rovescia per il ripristino dell’intera linea ferroviaria Torino-Savona. Da lunedì la tratta, interrotta tra San Giuseppe di Cairo e Ceva a seguito degli interventi che per 7 mesi hanno interessato la galleria del Belbo, in prossimità di Sale Langhe, tornerà a funzionare a pieno regime. I lavori secondo la tabella di marcia Fs avrebbero dovuto terminare entro l’8 marzo. Il ritardo, per le Ferrovie, sarebbe da imputare «al maltempo e a difficoltà negli scavi del tunnel». Nel frattempo il traffico da e verso la Liguria è stato dirottato su gomma, ovvero sui pullman sostitutivi che fino a lunedì garantiranno il collegamento tra Savonese e Cuneese. Sulla questione era anche intervenuto il sindaco di Ceva, Davide Alciati: «Abbiamo chiesto un incontro con le Fs per valutare i danni causati dal continuo via vai di autobus sulle strade cittadine. Non ci hanno ancora risposto. Se non lo faranno interverremo con un sollecito».


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