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Data di pubblicazione:10/04/2009
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Porta Susa, lavori bloccati
Testo dell’articolo:I treni passano nel deserto. Hanno smontato le impalcature, portato via i camion, persino i sacchi di cemento. Non ci sono più nemmeno le gru nel cantiere della nuova stazione di Porta Susa, già celebrata e persino inaugurata - il 15 dicembre 2008 - ma in realtà mai nata. È tutto fermo. E adesso i tempi di consegna dell’opera più strategica per la città sembrano destinati ad allungarsi di molto.
Succede questo. Da dieci giorni il cantiere è ufficialmente bloccato. Una delle ditte che aveva vinto l’appalto, la Cosmat Srl di Torino, con sede legale in via Beaumont, ha consegnato i libri contabili in Tribunale. Fallita. La ditta capofila del lavoro, la Cogel Infrastrutture di Roma, vanta crediti superiori ai 20 milioni di euro nei confronti delle Ferrovie. Che, a loro volta, hanno rescisso il contratto per inadempienza e avrebbero già interpellato la ditta arrivata seconda nella gara d’appalto. Un modo concreto per tutelarsi e rimettere in moto i lavori. Ma ora c’è di mezzo il Tribunale. Mentre in corso Bolzano da due mesi non si muove una pietra, nel silenzio assoluto di tutti gli attori interessati. È l’epilogo peggiore di una storia che si trascina da tempo. Il presidente del Tribunale Fallimentare, Franco Donato, non vuole dire neanche una parola: «Non è il momento dei commenti». Sembra piuttosto il momento della desolazione. Resta un cartello tutto sbrecciato, sulle protezioni azzurre che corrono lungo i binari: «Cantiere Porta Susa S.c.a.r.l Torino». Seguono i nomi delle imprese finite nella bufera. Dieci giorni fa è stato nominato il curatore che dovrà studiare le carte della Cosmat Srl. Ma forse, per rendersi conto dei guai economici in cui versava il cantiere, poteva bastare un colpo d’occhio. Per un lavoro molto imponente, da consegnare tassativamente entro il 2011, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia, la Cosmat schierava in tutto due operai. La Cogel, invece, quindici. I primi a non ricevere lo stipendio sono stati quelli dell’impresa torinese, salvati dall’altra ditta, con una specie di travaso. Poi è successo qualcosa che il Tribunale Fallimentare dovrà chiarire. Davvero le Ferrovie non hanno erogato in tempo utile i fondi necessari alla vita del cantiere? Oppure, come sostengono i vertici del compartimento di Torino, c’erano gravi inadempienze nel modo di lavorare delle imprese impegnate sul campo? Pareri contro, uffici legali, tempi che necessariamente si allungano. In autunno si parlava di un anno di slittamento per la consegna. Ma adesso, dopo il fallimento, la rescissione del contratto e l’interessamento del Tribunale, si tratta di ricominciare quasi da capo.
Cogel e Cosmat si erano presentate come un’Ati, associazione temporanea di imprese. I ritardi nei pagamenti, come i problemi concreti nel muovere le gru e far avanzare i cronoprogrammi, hanno spaventato tutte le ditte che si erano impegnate in subappalto. Impalcature, cemento, impiantistica. È stato un fuggifuggi generale. Ora i ritardi per la stazione rischiano di condizionare altri cantieri connessi. Metropolitana e passante ferroviario. Ci sono operai in crisi che avevano buoni motivi per sentirsi sicuri del posto di lavoro La Filca Cisl ha già siglato un accordo per tutti gli edili della nuova Porta Susa. Da due mesi sono in cassa integrazione. Aspettano notizie di un appalto dalla storia tormentata. Nel 2006 il Tar aveva respinto il ricorso della terza impresa esclusa che lamentava irregolarità. Ora un nuovo capitolo che si annuncia lungo, ancora tutto da scrivere.

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