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Data di pubblicazione:10/04/2009
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Trenitalia dice no alla corsa in più sulla Canavesana
Testo dell’articolo:RIVAROLO - Non c'è soluzione, almeno in questo momento, per le stazioni «abbandonate» della Canavesana. Nemmeno dopo le tante segnalazioni giunte al Gtt. Quella di Cuorgnè continua a rimanere un triste emblema: le porte sono sbarrate, non ci sono addetti all'interno dell'edificio di via Torino. Per acquistare i biglietti del treno? Bisogna rivolgersi al bar accanto. Da qualche tempo, almeno, c'è questa comodità: fino a pochi mesi fa bisognava rivolgersi alla tabaccheria più vicina. È la stessa situazione di Valperga: anche qui c'è il bar a tenere viva l'anima della stazione. Solo qui si possono comprare i biglietti. A Salassa, invece, gli utenti della Canavesana si lamentano per la mancanza di una sala d'aspetto all’interno della stazione.

Dovranno rimanere ancora, e chissà per quanto, stipati come acciughe i pendolari della Canavesana che prendono il treno la mattina presto da Rivarolo, direzione Torino Porta Susa. La Rete Ferroviaria Italiana, infatti, ha bocciato la richiesta del Gruppo Torinese Trasporti di aggiungere una corsa tra quelle delle 7.06 e delle 7.55, come richiesto dal comitato dei passeggeri. «La "traccia" non ci è stata concessa - spiegano da Gtt - a causa dei lavori esistenti sul Passante Ferroviario che non permettono di incrementare l'attuale numero di corse, poi per via dell'alta frequenza dei treni provenienti da Milano e della priorità che hanno i treni nazionali rispetto a quelli locali». Il comitato dei pendolari - in centinaia si servono della Canavesana ogni giorno - aveva sollevato martedì su «La Stampa» un problema che si trascina da tempo e che era stato ripetuto la scorsa settimana nell'incontro con i responsabili dell'Agenzia Metropolitana torinese: «Non è possibile - spiegavano - che in un'ora di punta come quella ci sia un "buco" di cinquanta minuti. Basterebbe un treno in più, magari verso le 7.30, per risolvere una situazione insostenibile: ogni mattina, specialmente da San Benigno in poi, non c'è modo di trovare un posto a sedere. Si sta in piedi, stretti proprio come acciughe». Dopo l'ultima presa di posizione dei passeggeri, la questione era arrivata anche in Regione. La consigliera Mariacristina Spinosa (Italia dei Valori) ha presentato due giorni fa un'interrogazione per sollecitare il Gtt «a mettere in atto interventi migliorativi e di disagio dei pendolari». Scrive la consigliera: «E' necessaria una corsa aggiuntiva, tra le 7 e le 8, per consentire loro un più agevole raggiungimento dei posti di lavoro o delle scuole, e per evitare problemi di sovraffollamento delle carrozze». Spinosa aveva chiesto anche una corsa aggiuntiva in orario serale, al ritorno da Torino. In particolare tra le 18.18 e le 19.18, «in modo da offrire ai lavoratori più soluzioni di rientro, evitando così disagevoli cambi di convoglio a Settimo Torinese». Un altro punto critico ripetuto dai passeggeri nelle assemblee. Infatti per chi deve affidarsi alla coincidenza delle 18, e proprio a Settimo Torinese, rimane il problema dei ritardi dei Trenitalia: «Molte volte la Canavesana non ci aspetta, e rimaniamo a piedi». Anche questo è diventato un caso: «Ma i nostri treni continueranno ad aspettare la coincidenza per un massimo di cinque minuti», ribadiscono al Gruppo Torinese Trasporti. Insomma: almeno sulla carta la situazione non è destinata a migliorare. Gtt, per la Canavesana del mattino, ripete: «Mettiamo già a disposizione la massima composizione di treni possibile». Ma agli utenti non può bastare. Chiede Roberto Bertorello, del comitato: «Che almeno ci aggiungano una carrozza per ogni treno».

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