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Data di pubblicazione:02/07/2009
Fonte:La Stampa
Titolo dell’articolo:Capostazione, senno e ponderatezza
Testo dell’articolo:A ogni incidente ferroviario qualcosa dentro di me si mette ancora in allarme nonostante siano passati due anni da quando ho dato le dimissioni da capo stazione. So che succede ad altri miei ex colleghi di lavoro di sentirsi coinvolti in una muta solidarietà. Senza tante parole che se ne faranno troppe e a sproposito.
Si parlerà di «errore umano». E l’umano è ferroviere. Quando si può parlare di errore è come se tutto ritornasse al suo posto, si è individuato il responsabile, che magari nell’incidente è anche morto, e tutti sono più tranquilli. Poco importa che l’errore sia figlio di una tecnologia insufficiente o di ritmi di lavoro logoranti. La caccia al colpevole ha una funzione catartica. Sulla tragedia di Viareggio non voglio aggiungere parole alle parole. Però oggi qualcuno mi ha raccontato del «Dirigente Movimento» che ha bloccato due treni prima di conseguenze che sarebbero state ancora più apocalittiche. Non «errore umano» ma «fattore umano». Ordinariamente fondamentale. Le Ferrovie sono cambiate si sono informatizzate, il personale è stato diminuito quasi che le macchine fossero sufficienti. Mi viene in mente l’articolo 1 del Regolamento Circolazione Treni, che recitava più o meno così: per tutte le situazioni non previste dal regolamento il Capo Stazione dovrà agire con «senno e ponderatezza».

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