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Data di pubblicazione:08/07/2009
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Prigionieri sui treni con le uscite sbarrate: sulla Novara-Milano portelloni legati con il filo di ferro
Testo dell’articolo:NOVARA - I passeggeri della Novara-Milano prigionieri delle porte chiuse sulle carrozze, quelli della Novara-Borgomanero ostaggio dei ritardi. Sulla Novara-Milano i passeggeri continuano a trovare porte rotte che, anzichè essere riparate, vengono chiuse anche col filo di ferro. «I treni regionali sono diventati vere e proprie tradotte - dice Cesare Carbonari, portavoce dei pendolari della linea - con porte rotte e blindate, vetri sigillati, nessun condizionamento dell’aria. Questo è lo standard di qualità assicurato dalle Ferrovie. Per questo informeremo anche i giornali e le televisioni straniere su quanto sta avvenendo sulla linea». Trenitalia ha appena emanato una disposizione in base alla quale perchè una carrozza venga bloccata deve avere almeno tre porte consecutive chiuse, per i pendolari «un’autentica presa in giro, anche perchè la situazione delle porte rotte e blindate è diventata incredibile, e in un momento in cui si dovrebbe avere maggiore attenzione per la sicurezza, si va in direzione opposta». «Ma ormai da tempo - dice Marco Martinoli, portavoce dei pendolari della Novara-Borgomanero-Omegna - le Ferrovie si sono buttate sul business dei treni merci e dell’alta velocità». Ieri è stata un’altra giornata di passione per i pendolari. Sulla Milano-Mortara si sono registrati forti ritardi a causa di un nubifragio che ha mandato in tilt la linea. Ritardi anche sulla Novara-Borgomanero: il treno che doveva arrivare a Novara alle 8 si è fermato a Cressa per 50 minuti, e i pendolari hanno perso la prima ora di lavoro. Il problema è nato dai temporali della notte che hanno allertato i sistemi di emergenza: «Il ritardo ci può anche stare - dicono gli utenti - ma è insopportabile il silenzio delle Ferrovie, che si rifiutano di fornire qualsiasi informazione». Il poloinizio:margio chimico novarese potrà trarre vantaggio dai trasporti su ferrovia. L’argomento sarà al centro del convegno in programma lunedì in Provincia, dove si parlerà del progetto europeo «ChemLog», che vuole valorizzare le aree del continente che vantano importanti concentrazioni di stabilimenti chimici. Tra queste c’è Novara e l’hinterland. All’incontro di lunedì parteciperanno, oltre a istituzioni locali, sindacati, associazioni di categoria, anche il direttore della divisione Cargo di Trenitalia, Mario Castaldo. Le sostanze chimiche devono essere trasportate sui treni merci e con l’apertura del corridoio Genova-Rotterdam, Novara sarà il punto di snodo di questi treni.


DOSSIER: A rischio La Modane e la Alessandria-Genova
Porte chiuse con filo di ferro. Tracce di ruggine all’interno di alcune carrozze. E poi i ritardi. Quotidiani. E questo nonostante che nel 2008 la Regione abbia sanzionato con 1,2 milioni di euro Trenitalia per la mancanza di puntualità, per la scarsa pulizia e, appunto le porte rotte o i bagni fuori servizio. Dopo le denunce dei pendolari delle ferrovie adesso arrivano quelle dei consiglieri regionali. Denunce bipartisan che si concentrano, soprattutto, sulle condizioni di sicurezza legate alle porte rotte bloccate alla belle e meglio, a volte «anche con elastici e corde», spiega Massimo Pace (Pd). Pace è salito su uno dei convogli della Torino-Milano e ha scattato una serie di fotografie che sono entrate in un dossier collegato ad un’interpellanza dei democratici presentata ieri a Palazzo Lascaris. L’azzurro Luca Caramella ha preso spunto dalle denunce dei pendolari per arrivare alla stessa conclusione: è necessario ripristinare la vecchia normativa che imponeva «che una carrozza con due porte consecutive fuori uso fosse considerata non sicura e quindi fermata». Preoccupazioni che si sono trasformate in due ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale. Il primo presentato da Paola Barassi (Ecologisti) chiede di porre particolare attenzione «anche in vista della prossima firma del contratto di servizio, al piano di manutenzione che Fs dovrebbe produrre per la rete piemontese». Le linee a rischio per il trasporto di sostanze pericolose sono quelle per Milano, Modane e Alessandria-Genova. Il secondo, presentato da Mariangela Cotto (Pdl) chiede alla giunta «di fare in modo che i punti più a rischio siano messi in sicurezza con adeguate protezioni, per esempio guard rail sui cavalcavia e muri di contenimento lungo i binari». Certo occorrerebbero investimenti massicci sia sulla rete infrastrutturale che sul materiale rotabile. Solo venti carrozze di quelle circolanti in Piemonte hanno meno di 3 anni; novanta hanno meno di 5 anni e 70 sono state costruite tra i 5 e i dieci anni fa. La stragrande maggioranza delle carrozze risale a venti-trenta anni fa e 18 hanno più di trent’anni. E forse nemmeno con nuove carrozze si riuscirebbero a migliorare le performance legate alla puntualità. I giganteschi ritardi registrati nelle scorse settimane sulle linee per Milano e Bardonecchia sono stati causati da problemi alle linee aeree e a quelle dell’alimentazione. E poi ci sono le lentezze quotidiane segnalate dai pendolari. Molte delle loro segnalazioni vengono inserite nel piano mensile di lavoro degli ispettori regionali che macinano chilometri per verificare la qualità del servizio. Dalle loro relazioni derivano le sanzioni e i conseguenti rimborsi che vengono riconosciuti, mensilmente, ai pendolari titolari di abbonamento. A marzo e ad aprile i rimborsi variano dal 2 all’undici per cento del costo dei diversi titoli di viaggio. E i pendolari hanno deciso di dare battaglia. Davide Carbonari, portavoce del comitato pendolari Torino-Milano, spiega: «Ci stiamo preparando a divulgare sui giornali stranieri le vergognose immagini che i pendolari italiani raccolgono ogni giorno sui treni ruggine e i treni-tradotte che li trasportano sul posto di lavoro, come si trasportano le merci». E aggiunge: «E’ un rischio che corriamo ogni giorno, grazie a chi in questo Paese ha deciso ormai che le uniche risorse che sono disponibili si utilizzino per l’Alta Velocità e per il Ponte sullo Stretto».

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