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Data di pubblicazione:11/07/2009
Fonte:La Stampa edizione di Torino
Titolo dell’articolo:Il confronto tra le aziende che si contendono il Piemonte
Testo dell’articolo:Se arrivassero gli svizzeri i tempi di percorrenza verrebbero abbattuti. Se arrivassero i tedeschi le fermate sarebbero dimezzate. Se il trasporto ferroviario piemontese finisse in mani britanniche gli standard di puntualità crescerebbero a livelli esponenziali. In generale, si viaggerebbe più in fretta, su carrozze nuove di zecca - al massimo vecchie di quindici anni - e puntuali. Tutto bene, dunque? Mica tanto. Manca un dettaglio - e non di poco conto - che farebbe storcere il naso ai pendolari: il prezzo. Funziona così, fuori dall’Italia: viaggiare in treno non è lo slalom tra porte rotte, vetture roventi come forni, finestrini che non si aprono, bagni perennemente fuori uso, guasti e lungaggini a non finire. Però il trattamento costa. Parecchio. Difficile fare paragoni, è vero: puntualità, comfort e tariffe dipendono da una lunga serie di fattori, anche strutturali. E però una ricognizione per l’Europa che viaggia su rotaia può servire per capire che cosa succederebbe se una delle società straniere che ha manifestato interesse per i treni piemontesi dovesse accaparrare il contratto di servizio.
Si sono fatti vivi in sette, oltre a Trenitalia: le ferrovie svizzere Sbb, privati francesi, i britannici di Arriva, gli italo-americani di Arenaways, Gtt, le Ferrovie Nord e i tedeschi di Deutsche Bahn. Abbiamo provato a incrociare due tratte-tipo da pendolare: 40 chilometri, come Torino-Pinerolo o Torino-Asti; 70 chilometri, come Torino-Vercelli o Torino-Fossano. Abbiamo confrontato cosa succede con Trenitalia e cosa accade all’estero su tratte analoghe. Ecco il risultato. In Piemonte, macinare quaranta chilometri è questione di cinquanta minuti; per settanta chilometri ci si impiega circa un’ora. Il costo? Da tre a 4,80 euro. Un viaggio Monaco di Baviera-Freising (40 chilometri) vola via in poco più di venti minuti: meno della metà rispetto all’Italia. Va meglio sulle lunghe distanze: Monaco-Landhust (70 chilometri) 50 minuti. I costi, però, sono più che doppi: 7,40 euro contro 3 e 13,30 euro contro 4,80. Molto simile la Svizzera: da Zurigo ad Aarau (44 chilometri) bastano 27 minuti ma servono oltre 20 franchi, cioè 14 euro. E in Gran Bretagna: 33 minuti e 4,60 sterline (5 euro) da Birmingham a Wolverhampton (37 chilometri), 47 minuti e 12 sterline (14 euro) da Birmingham a Stoke-on-Trent (75 chilometri). Insomma, sulle piccole distanze i nostri treni arrancano: colpa delle linee intasate e delle troppe fermate. Va meglio - ma siamo sempre i più lenti - man mano che le distanze crescono. Quanto ai prezzi, non c’è davvero paragone: in Italia i treni costano meno della metà.
Resta un’ultima opzione: le Ferrovie Nord, società che serve una fetta di Lombardia. Su tempi e tariffe non sembrano esserci grandi differenze. C’è un’altra costante, e non promette bene: ritardi e guasti. Per conferma, chiedere ai pendolari di Como, Lecco, Varese o Milano.

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