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Data:05/09/2007
Titolo:Comunicato in merito all’ipotesi di chiusura del raccordo Diageo di Santa Vittoria d’Alba
Testo:Il Giano bifronte RFI ha colpito ancora, offrendo all’opinione pubblica e agli utenti il meno decifrabile dei suoi volti. È infatti dell’ultima settimana d’agosto la notizia per la quale RFI avrebbe deciso unilateralmente di non rinnovare il contratto di raccordo ferroviario con l’azienda Diageo di S. Vittoria d’Alba (ma un provvedimento analogo pare che verrà assunto anche nei confronti della ditta Valente di Alba); l’inattesa svolta sarebbe motivata dall’attuale situazione di traffico, che non consentirebbe più a RFI di onorare il rapporto di collaborazione con Diageo. Ora, è noto che il traffico sulla tratta Alba-Bra (o Asti-Cavallermaggiore, qualora si voglia prendere in considerazione l’intera linea) non solo non è convulso come le Ferrovie amerebbero farci credere, ma risulta palesemente sottodimensionato rispetto alle esigenze dei pendolari; ne discende che le ragioni addotte da RFI sono pretestuose, non trovando riscontro nella realtà quotidiana di parecchie centinaia di utenti. La questione, già di per sé spiacevole, acquista un retrogusto ancora più amaro se si valutano gli effetti che la dismissione del contratto avrebbe sulla viabilità e sull’ambiente; complice l’assoluta mancanza di alternative, i mille vagoni smistati ogni anno dall’azienda verrebbero sostituti da duemila tir (la stima è dell’amministratore delegato della Diageo, Enrico Lavagnino), che si riverserebbero sulla - questa sì! - affollata strada statale 231. La scarsa considerazione di cui gode presso le alte sfere dell’amministrazione il comprensorio Alba-Bra, il più produttivo della provincia di Cuneo e tra i più attivi del Piemonte, si riflette nella perdurante inefficienza delle ferrovie. Ma questo non deve stupire, date le imbarazzanti amnesie in cui sembrano cadere gli stessi amministratori locali; è successo nell’opuscolo pubblicitario della 77a Fiera Internazionale del Tartufo, dove il Comune di Alba si premura di elencare i vari mezzi utili per guadagnare la meta (mancano soltanto navi e mongolfiere), ma dimentica di citare la ferrovia.
Questa fine d’agosto ha riservato a chi s’interessa, suo malgrado, di treni anche un’altra sorpresa. Abbiamo letto sulla stampa locale che la Regione ha deciso di investire massicciamente nel trasporto su gomma, finanziando con circa 224 mila euro il servizio pullman del GTT sulla linea Alba-Torino; questa cifra si aggiunge ad un primo intervento regionale, che già aveva consentito un incremento del vettore pari al 25%. Tentiamo un’interpretazione: Torino considera il GTT un interlocutore migliore, e soprattutto più affidabile, di Trenitalia, che troppo volte ha finto gattopardescamente che tutto stesse cambiando perché tutto potesse rimanere come prima. Nella nostra visione, il pullman dovrebbe essere integrativo, e non concorrenziale, rispetto al treno: da un lato, permettendo di raggiungere agevolmente la stazione ferroviaria a coloro che abitano in centri che ne sono privi (Canale, Montà); dall’altro, colmando le fasce orarie in cui la rotaia presenta delle lacune. Da archiviare sotto la voce “utopia”?

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