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Data:07/01/2008
Titolo:Proposta operativa “Consulta trasporto ferroviario” (2)
Testo:Pubblichiamo la nostra risposta inviata in data odierna all’e-mail dell’Assessore Regionale ai Trasporti

Egregio Assessore,

il nostro Comitato è, da sempre, disponibile a qualsiasi iniziativa seria finalizzata al tentativo di soluzione del problema più urgente del trasporto ferroviario regionale, ovvero la quantità e la velocità dei treni sulle linee considerate – a torto – “minori”.

Va detto che la configurazione “a quadranti” in cui Regione Piemonte con Trenitalia ascolta le richieste relative non singole linee ma a tutto un quadrante e tira poi le conclusioni pareva essere già funzionale (l’unico difetto erano i luoghi e gli orari di convocazione, sarebbe stato molto più utile incontrare i pendolari sul territorio anziché nei comodi e caldi uffici della Regione Piemonte): erano già quelle riunioni momenti in cui si trovava una sintesi tra i vari comitati pendolari (in cui noi abbiamo sempre accettato di ricevere nuove fermate per poter migliorare almeno in parte la velocità di altri treni Torino-Savona) e si formulavano proposte più o meno “unitarie” (non ci sembra che siano mai sorti particolari contrasti tra i vari comitati della Granda in tali riunioni, poi però Regione e Trenitalia prendevano il tutto e lo buttavano nel cestino (fatto salvo poi l’ipotizzare stratosferici raddoppi della Torino-Pinerolo e elettrificazione della linea per Biella, il trovare collegamenti per Pinerolo che per Bra-Alba non erano possibili, l’imporre senza alcuna logica un’enormità di fermate a Trofarello, ecc.).

Una delle esigenze più importanti è sicuramente quella della trasparenza delle comunicazioni e della possibilità di accesso e partecipazione a tutti i “consiglieri”: per questo motivo le riunioni a Torino dovrebbero essere limitatissime (una all’inizio e una alla fine di tutto il percorso o poco più) e tutto il resto dovrebbe venire discusso a distanza, ad esempio con la creazione di un forum (ne esistono di ottimi gratuiti) in cui i consiglieri possono esprimere le loro opinioni su determinati argomenti proposti dalla Regione, o anche dai rappresentanti dei Comitati. Eventualmente questi forum potrebbero essere pubblici, per la sola consultazione, in modo da aggiornare in tempo reale tutti i cittadini interessati alle attività della consulta. Quanto al direttivo, dovrebbe anch’esso funzionare prevalentemente in modalità asincrona on line (forum, mail, ecc.), anche se con tempi relativamente ristretti affiancato da incontri in presenza in cui sia però possibile per i membri del direttivo nominare di volta in volta un supplente in caso di impedimento alla partecipazione.
Ciò che resta molto fumoso è capire che cosa questa “Consulta” dovrebbe fare che i ben pagati tecnici di Trenitalia e funzionari della Regione Piemonte non possano già oggi fare. Se qualcosa (usando un eufemismo) non funziona, non è certamente responsabilità dei Comitati Pendolari che non si mettono d’accordo o che non parlano con voce “unitaria”.

Per quanto riguarda gli orari ferroviari, la Regione deve ottenere direttamente da RFI la tracciatura di alcuni treni-tipo (definiti soltanto dal materiale e dalle fermate effettuate) in modo da poter abbozzare un orario senza passare per Trenitalia (come è logico che sia, visto che non è opportuno che il controllato colluda col controllore). La Regione poi, almeno formalmente, “mette a gara” il servizio ferroviario regionale e chiunque può presentare la propria offerta, anche Trenitalia, ma il materiale utilizzato, i turni, le fermate, sono già decisi dalla consulta. L’azienda ferroviaria ha il solo compito di effettuare il servizio in base agli standard concordati.

Per quanto riguarda la suddivisione dei compiti, la proposta è la seguente: la Regione invita i Comitati a proporre due o tre nominativi per la Consulta, che sarà quindi formata da un numero doppio (o triplo) di consiglieri rispetto al numero di comitati pendolari. La scelta potrebbe anche essere più articolata: un componente per ogni Comitato e, per alcuni comitati (i più grandi e/o quelli costituiti da più tempo e/o quelli che non hanno altre organizzazioni che tutelano interessi di zone particolari, come ad es. l’agenzia metropolitana per la mobilità) vengono previsti ulteriori 1 o 2 componenti.
La Consulta elegge il direttivo che ha compiti tecnico-pratici (ad es. la costruzione materiale dell’orario) scegliendo un certo numero di membri (5 o 7) al suo interno, presumibilmente pendolari competenti in trasporti ferroviari, o anche fra “esperti” esterni, purché non siano dipendenti di alcuna impresa ferroviaria, in modo da disporre di una visione quanto più possibile globale del trasporto ferroviario regionale. Ciò che conta è che i componenti del direttivo non siano interessati soltanto a difendere il loro orticello e che siano posti su un piano paritetico.
La Regione dovrebbe anche ottenere da RFI l’appoggio di un orarista nella seconda fase dell’elaborazione dell’orario, per verificarne l’effettiva fattibilità, compatibilmente con le limitazioni tecnico-strutturali di ciascuna linea, o parte di essa.

Le associazioni dei consumatori dovrebbero avere, a nostro giudizio, un ruolo esclusivamente consultivo, specialmente sulle parti più burocratiche (tariffe, abbonamenti, ispezioni, ecc.) e non essere coinvolte nel processo di definizione degli orari, per evitare sovrapposizioni e duplicazioni.
Inoltre, quando si parla di definizione degli standard minimi di qualità e della pulizia, della programmazione delle ispezioni ecc., ci chiediamo: quelle attività non dovrebbero essere compito dei dipendenti (pagati con soldi pubblici) dell’assessorato regionale ai trasporti? Capiamo che questi non siano in grado di farlo (i risultati sono infatti evidenti), ma allora si cambino responsabili e non si continuino a pagare questi “tecnici” per poi tentare di raddrizzare la questione coinvolgendo i Comitati pendolari o quanto meno si retribuiscano i componenti di questa consulta: non è evidentemente una questione di denaro, ma quando si chiede a questa consulta di fare (gratuitamente, ma non è questo il punto) un lavoro per cui esistono già decine (centinaia, se contiamo anche quelli di Trenitalia) di dipendenti pubblici profumatamente pagati per farlo c’è evidentemente qualcosa che non torna.

Infine andrebbe chiarito qual è l’orizzonte temporale in cui ci si pone di ottenere dei risultati, perché molto spesso anche la stessa Trenitalia ha illuso i pendolari facendo promesse “per il prossimo orario” per poi scoprire che invece tali ipotesi sarebbero, nella migliore delle ipotesi, soltanto state studiate per essere attuate alcuni anni dopo.

Rimaniamo a disposizione per qualunque chiarimento che vorrà richiederci.

Comitato Pendolari Bra ed Alba


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